“La Bielorussia è parte dell’Europa. Quello che sta accadendo, soprattutto dopo le elezioni del 2020, è drammatico e non possiamo voltarci dall’altra parte. Noi vogliamo costruire un Europa più forte, che sappia allargarsi e dare a tutti più diritti, più opportunità”. Così il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo aprendo il convegno “Belarus, oppressa ma viva’, che si è tenuto a palazzo del Pegaso, dove sono intervenuti Yuliya Yukhno, rifugiata politica, Francesco Gazzetti, presidente commissione Europa del Consiglio regionale, la parlamentare Simona Bonafè, il presidente nazionale Istituto sindacale per la cooperazione allo sviluppo (Iscos) Vincenzo Russo e il sindaco di Prato e presidente Anci Toscana Matteo Biffoni.
“Dall’inizio della legislatura – ha detto Mazzeo – abbiamo sempre voluto dare voce a chi non ne ha. Dobbiamo essere al fianco del popolo bielorusso, che da anni è vittima di una pesante oppressione da parte del regime e che combatte per la libertà”.
A sottolineare il legame tra l’Europa e la Bielorussia è stata la stessa Yuliya Yukhno: “Il nostro popolo fa parte della famiglia europea – ha detto -. L’obiettivo di questa iniziativa è quello di cercare di trovare insieme un modo per aiutare i cittadini bielorussi che scappano in Italia. Non è facile combattere da soli e si vince solo se siamo uniti”.
In Bielorussia infatti dal 1994 vige un regime guidato ininterrottamente da Alexander Lukashenko. Le elezioni svoltesi da allora non sono mai state riconosciute come libere dall’Ocse e, in occasione di quelle del 2020, sono state forti le denunce di brogli nel paese. La brutale repressione delle manifestazioni, con migliaia di arresti, ha portato a sanzioni da parte dell’Unione Europea.
Yuliya Yukhno, rappresentante dell’ambasciata popolare della Bielorussia in Italia, vive nel nostro Paese da due anni e ha recentemente fondato a Firenze l’associazione ‘Talaka’ di cui è presidente: “L’associazione svolgerà attività politiche e diplomatiche, ma anche umanitarie e culturali. Sarà un punto di riferimento per i bielorussi in Italia – ha precisato Yukhno – I politici, i diplomatici, i sindaci e i sindacalisti, le strutture amministrative e i centri umanitari, tutti hanno l’opportunità di darci una mano nella nostra battaglia. In Bielorussia vige ancora la pena di morte e chi combatte come me rischia la vita. Un grande problema è la mancanza di informazione sulla situazione interna. Nel silenzio totale stanno uccidendo i miei connazionali nelle carceri: da anni è in atto un vero genocidio nel cuore d’Europa. Per questo è importante attirare l’attenzione”.