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Qualità della vita: Siena è la provincia in Italia migliore per i bambini

L’indagine del Sole 24 Ore incentrata sui più piccoli premia Siena, e Firenze che si piazza in quarta posizione. Un buon risultato anche per Grosseto, al quinto posto nella categoria giovani

Siena

Siena è la provincia italiana migliore per i bambini. A dirlo sono le nuove classifiche della Qualità della vita di bambini, giovani e anziani del Sole 24 Ore, presentate ieri in anteprima al Festival dell’Economia di Trento e pubblicate ufficialmente oggi, che vedono Siena vincitrice per i più piccoli, Ravenna prima per i giovani e Trento per gli anziani.

Firenze al quarto posto per i più piccoli, Grosseto quinta per i giovani

Siena ha vinto nella categoria bambini grazie all’ottimo risultato raggiunto come numero di pediatri attivi ogni mille residenti sotto i 15 anni, ma anche per ma anche per la percentuale di bambini che hanno usufruito dell’asilo nido comunale (23,5% contro una media nazionale del 14%), per la retta della mensa scolastica più bassa della media italiana e una nutrita presenza di palestre e giardini nelle scuole.

Un risultato molto buono come provincia a misura dei più piccoli lo porta a casa in Toscana anche Firenze, che si piazza al quarto posto grazie soprattutto all’elevato numero di bambini che fanno sport, alla presenza di verde attrezzato e alla spesa per servizi e interventi sociali.

Tra le province toscane spicca anche il quinto posto di Grosseto nella categoria giovani, soprattutto per la presenza di bar e discoteche, per l’offerta di concerti dal vivo, per la bassa percentuale di Neet, ovvero i giovani che non studiano e non lavorano (15,8% contro una media nazionale del 22,1%) e la bassa disoccupazione giovanile, all’8% contro una media italiana del 14,6%.

Bambini al museo

L’indagine generazionale del Sole 24 Ore

La terza edizione dei tre indici generazionali del Sole 24 Ore, calcolati ciascuno su 12 parametri statistici forniti da fonti certificate, è una fotografia su come hanno risposto i territori alle esigenze specifiche dei tre target generazionali – ovvero i bambini da 0 a 10 anni, i giovani dai 18 ai 35 anni e gli anziani over 65 –  le loro condizioni di vita e di salute e la presenza e la qualità dei servizi pensati appositamente per loro.

Rispetto alla scorsa edizione sono emersi trend nazionali sia positivi che negativi. Ad esempio è aumentato il numero di pediatri e anche di geriatri ma sono diminuiti gli infermieri. O ancora nel 2022 la disoccupazione giovanile è calata del 19,6% ma la popolazione è invecchiata: ci sono sempre meno giovani, il 3,4% in meno rispetto al 2019, ed è aumentato il consumo di farmaci per malattie croniche e anche di antidepressivi, utilizzati soprattutto dagli anziani.

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