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Emilia-Romagna, in partenza la colonna mobile del Comune di Firenze

Formata da personale tecnico e amministrativo, supporterà i comuni del “Nuovo Circondario Imolese”: Casal Fiumanese, Fontanelice, Borgo Tossignano, Castel del Rio per la continuità amministrativa

Partirà lunedì 29 maggio da Firenze alla volta dei comuni del “‘Nuovo Circondario Imolese” (Casal Fiumanese, Fontanelice, Borgo Tossignano, Castel del Rio) la colonna mobile della protezione civile degli enti locali del capoluogo toscano. La partenza della colonna mobile è stata preceduta da tre giorni di sopralluoghi effettuali dal gruppo di scouting. Il nucleo era composto da due tecnici specializzati, Luca Ciarleglio e Giacomo Bartalesi, del Comune di Firenze e due del Comune di Milano ed ha effettuato la ricognizione delle necessità di supporto dei Comuni colpiti. Il via libera alla partenza della colonna mobile è arrivato con l’approvazione, questo pomeriggio in giunta comunale, dell’apposita delibera presentata dall’assessora Elisabetta Meucci.

Questa struttura è stata introdotta ormai da qualche anno grazie ad una proposta unitaria dell’Anci che riguarda, oltre Firenze, altre 13 città italiane – ha sottolineato l’assessora alla protezione civile del Comune di Firenze, Elisabetta Meuccii nostri tecnici sono preparati fronteggiare emergenze di questo tipo e in grado di garantire la continuità amministrativa nei centri e nei territori interessati dall’alluvione che ha devastato l’Emilia-Romagna e che le saranno assegnati“.

La colonna mobile enti locali

A differenza della colonna mobile regionale, composta da uomini e mezzi delle associazioni di volontariato, per il supporto alla popolazione colpita dall’alluvione, la peculiarità della colonna mobile degli enti locali è quella di fornire ai Comuni colpiti personale tecnico e amministrativo a supporto della continuità amministrativa.

Da alcuni anni ANCI, l’associazione nazionale dei comuni italiani mette a disposizione una organizzazione che consente di mettere a sistema le domande dei comuni colpiti con le disponibilità di altri comuni, su tutto il territorio nazionale, che sono in grado di inviare sul posto personale tecnico, amministrativo e di polizia municipale. “Grazie a questo personale – ci spiega Paolo Masetti, sindaco di Montelupo F.no e delegato ANCI alla protezione civile – i Comuni colpiti vanno a rimpinguare le dotazioni organiche in modo da consentire una ripresa il più possibile veloce dei servizi”.

Grazie all’attività di scouting, svolta dal personale fiorentino, sono state individuate le esigenze dei Comuni da colmare o supportare per garantire la continuità amministrativa, anche perché molti dei dipendenti possono essere stati colpiti, anche personalmente, dall’alluvione come qualunque altro cittadino romagnolo.

L’emergenza in Emilia-Romagna

Per quanto riguarda l’emergenza in Emilia-Romagna: “il Comune di Firenze – prosegue Masetti – ha dato la sua disponibilità e invierà 13 tecnici. Ci sono poi tante altre città che hanno dato questa disponibilità come Bari, Genova, Venezia e Torino, Milano, Roma e tutte insieme interverranno nella Romagna tra Forlì, Cesena, l’Unione Faentina, Faenza, l’Unione Bassa Romagna, Ravenna, Cervia. Insomma, si andrà ad operare in tutte quelle località che sono bellissime località turistiche tristemente note, in questi giorni, per essere state colpite in maniera così dura da questa alluvione”.

In questa prima fase saranno 212 le unità complessive di tecnici, amministrativi e di polizia locale che comporranno la colonna mobile degli enti locali e che andranno ad aiutare i Comuni romagnoli colpiti. “Questo numero è destinato ad aumentare – ci spiega Masetti – perché nel momento in cui verrà definita la figura del commissario straordinario sarà necessario fare la conta dei danni e sarà cruciale avere ancora più personale tecnico e amministrativo che sia in grado di dare questo supporto”.

Quando c’è un’emergenza si pensa all’intervento sanitario, all’intervento dei vigili del fuoco, alle aree di ricovero, al soccorso alla popolazione non si pensa mai invece alla fase post emergenza o perlomeno nella fase successiva all’emergenza che rischia di mettere in ginocchio le amministrazioni perché comunque i cittadini hanno bisogno di accedere all’anagrafe e a tutti i servizi che l’amministrazione ordinariamente dà e lo deve fare con un aggravio ulteriore dato dalla gestione dell’emergenza e tutto quello che ne consegue. ANCI su questo ha lavorato molto e con impegno e credo che l’esperienza di questa emergenza sarà utile per mettere ancora più a regime e sistemare ancora con maggiore efficienza il meccanismo in questi casi” ha concluso Masetti.

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