Era da poco iniziato il 1993 e sullo schermo di un computer dell’Università di Pisa fu messa online la prima pagina web in Italia. Una schermata che oggi apparità molto rudimentale, con solo testo, immagini e qualche elemento di grafica, ma che segnò l’ingresso dell’intero Paese nel world wide web nato meno di due anni prima.
L’impresa fu possibile grazie alla creazione del primo server web italiano, nato esattamente 30 anni fa, e realizzato a partire dal codice che lo stesso Tim Berners-Lee – l’inventore del world wide web – regalò a Maurizio Davini, giovanissimo studente in fisica e oggi Cto del Green Data Center dell’Ateneo di Pisa. Con lui, Stefano Suin, informatico e oggi dirigente della Direzione infrastrutture digitali Unipi, e l’economista Paolo Caturegli, insieme ad altri docenti dell’Università di Pisa. Furono loro i pionieri del web in Italia, che resero l’Università di Pisa, e la Toscana tutta, avanguardia in Europa nello sviluppo del web.
L’incontro fra Davini e Berners-Lee avvenne alla fine del 1992 al Centro di Calcolo del Cern di Ginevra. “Ero lì – racconta Davini – per vedere come funzionava la sua workstation Next e in quell’occasione mi spiegò la sua creazione e alla fine mi dette una copia di quello che era il codice sorgente del web. Tornai a Pisa e poche settimane dopo, agli inizi del 1993, avevamo il nostro server funzionante. Con i colleghi ripetemmo poi l’esperienza con i sistemi Ibm Aixdi Ateneo e dell’Infn di Pisa. Avevamo gettato le basi dei primi siti web italiani che di lì a poco, nell’agosto de 1993, avrebbero trovato una prima forma compiuta nel sito del CRS4 di Cagliari, centro diretto, peraltro, da uno dei nostri laureati più illustri, Carlo Rubbia, ed estensione del CERN in Italia”.
Il gruppo di ricercatori e studenti era già al lavoro dal 1989, quando si erano cimentati nel primo collegamento italiano in fibra ottica. Nel 1992, nacque poi la squadra di lavoro organizzata dal professore Giuseppe Pierazzini dell’Università di Pis, che porterà alla nascita della prima rete universitaria in fibra ottica d’Italia. “Eravamo giovani e con tanta voglia di sperimentare – racconta Stefano Suin, – Il gruppo di Pierazzini, interdisciplinare e interdipartimentale, era il terreno di coltura adatto per sviluppare progetti che all’epoca erano veramente pionieristici. Basti pensare che negli anni che hanno preceduto l’avvento del world wide web, il nostro Ateneo è stato un punto di riferimento in Europa per Gopher, il protocollo utilizzato inizialmente per collegare PC in tutto il mondo, e server per l’Italia di Archie, il primo motore di ricerca nella storia di internet”.
E veniamo all’oggi: il Green Data Center dell’Università di Pisa è una eccellenza riconosciuta a livello internazionale che porta avanti progetti di ricerca che vanno dai nano materiali al quantum computing e vi si testano tecnologie di nuova generazione. È il cuore pulsante dell’attuale rete dell’Università di Pisa, formata da oltre 9mila chilometri di fibra ottica che collega 250 edifici universitari. Attraverso accordi e convenzioni, inoltre, l’infrastruttura server copre anche l’intera rete civica pisana e collega gli enti e le istituzioni di ricerca della città e le scuole di ogni ordine e grado di Pisa e Livorno.