Il nostro rapporto con l’ambiente, e con tutti gli esseri che lo abitano, sarà al centro della quattordicesima edizione dei Dialoghi di Pistoia, il festival di antropologia del contemporaneo che dal 26 al 28 maggio inviterà antropologi, scrittori, filosofi, artisti, linguisti, sociologi e scienziati a interrogarsi sul tema “Umani e non umani. Noi siamo natura”. In programma anche diciotto appuntamenti per i più piccoli: letture animate, atelier e laboratori d’arte e gioco accompagneranno bambini e bambine alla scoperta della magia della natura.
Il Premio dei Dialoghi di Pistoia a Amitav Ghosh
“Al di là di facili slogan di greenwashing, vanno individuate le battaglie e le buone pratiche per lasciare a chi verrà dopo di noi un pianeta vivibile. È in gioco il senso di responsabilità di generazioni di adulti nei confronti dei giovani di oggi e di domani – spiega la direttrice del festival Giulia Cogoli – in un dialogo a più voci, studiosi e intellettuali si confronteranno su un tema chiave della contemporaneità, che è parte centrale di una nuova visione di un futuro sostenibile, che permetta di rispondere alla crisi climatica in atto. Perché noi siamo ambiente, natura e cultura”.
Tra gli ospiti anche l’antropologo e scrittore indiano di fama mondiale Amitav Ghosh, a cui sarà assegnato il Premio Internazionale Dialoghi di Pistoia, attribuito ogni anno a una figura che abbia testimoniato la centralità del dialogo per lo sviluppo delle relazioni umane.
Alla consegna del riconoscimento, sabato 27 maggio in piazza Duomo, seguirà l’incontro “Voci non umane, storie più che umane.” In dialogo con lo scrittore Paolo di Paolo, Ghosh rifletterà sull’interdipendenza dell’umanità con gli altri organismi, entità e forze che abitano il nostro pianeta, partendo dalla storia esemplare dell’albero della noce moscata e dalla lunga parabola del colonialismo, considerato, con la sua furia devastatrice, alla base delle conseguenze irreversibili che vediamo oggi sul pianeta rispetto al clima.
Tra gli ospiti Carlo Petrini, Altan e Paolo Giordano
Tantissimi gli ospiti e gli eventi da non perdere. Apre il festival la conferenza inaugurale “Un pianeta prezioso” del sociologo e scrittore Carlo Petrini, fondatore di Slow Food e da oltre trent’anni in prima linea nella promozione della biodiversità, che proporrà una riflessione tra acqua, alimentazione, ambiente ed economia, per immaginarne un pianeta più sostenibile e generoso, in cui umani e non umani possano tornare a convivere in armonia.
Sempre venerdì lo scrittore Emanuele Trevi, insieme alla giornalista Caterina Soffici, racconterà come gli animali ci parlano delle nostre debolezze e paure attraverso le pagine della letteratura, da Virginia Woolf a Jack London, da Elsa Morante a Dino Buzzati.
Sabato tra gli incontri anche quello con il genetista e scrittore Guido Barbujani, che accompagnerà il pubblico lungo il cammino evolutivo che ci ha reso esseri umani, mentre l’antropologa Irene Borgna racconterà perché conservare i grandi carnivori oggi in Europa è allo stesso tempo una scelta politica e una fatica enorme ma anche una lezione di umiltà e un’inestimabile opportunità.
La seconda giornata del festival si conclude con “Note per la Terra”, il concerto speciale al teatro Bolognini con Petra Magoni e Ferruccio Spinetti.
Domenica da non perdere la lezione del neuroscienziato Giorgio Vallortigara, che svelerà la complessità della mente degli animali: dalle abitudini di api e mosche, ai labirinti dei primi neuroni, divagando tra romanzi, poesie e formicaleoni.
Sempre domenica al festival arriva il fumettista Altan, che da quasi cinquant’anni scrive e disegna le avventure della Pimpa (adesso anche in mostra a Palazzo Buontalenti a Pistoia, fino al 30 luglio) e vignette in cui i personaggi riescono a dire verità che di solito non dicono. In dialogo con il giornalista Luca Raffaelli, Altan si racconterà, tracciando la storia della sua poetica, dei rapporti con il padre, noto antropologo, e dell’incontro, alla fine degli anni Sessanta, con la travolgente cultura brasiliana.
Chiuderà il festival lo scrittore Paolo Giordano, con una riflessione sull’Apocalisse e sulla capacità della nostra psiche di pensarla e della letteratura di raccontarla.