Agricoltura in Toscana sempre più nel segno del sociale. La valenza di alcune attività nei campi per avviare interventi e percorsi educativi di inserimento socio-sanitario oggi è ufficialmente riconosciuta. La legge per le “fattorie sociali” è stata approvata all’unanimità dal Consiglio regionale della Toscana.
Un provvedimento che va a disciplinare il settore e riconosce il ruolo svolto dalle fattorie didattiche, sociali. Soprattutto vengono individuati i soggetti dedicati all’agricoltura sociale, accordi e collaborazioni sia per i soggetti fragili che per i migranti.
L’occasione per dare una risposta normativa e organica al sistema legato all’agricoltura sociale. Non solo: l’opportunità per avviare un processo di innovazione sociale al fine di creare una visione condivisa tra molti soggetti e competenze in campo agricolo, sociale, sanitario e non solo.
Produzione agricola e interventi socio-educativi
Uno strumento legislativo per regolare e sviluppare l’agricoltura sociale coniugando i processi di produzione agricola con interventi e servizi sociali, socio-sanitari, educativi e di inserimento socio-lavorativo. Con la legge, è stato spiegato, si istituisce l’elenco regionale degli operatori di agricoltura sociale denominati ‘fattorie sociali‘.
L’atto prevede le procedure e gli adempimenti per lo svolgimento di queste attività per favorire il riconoscimento degli operatori di agricoltura sociale e promuovere l’integrazione delle attività sociali sul territorio. Queste attività sono dirette all’inserimento socio lavorativo di lavoratori con disabilità, soggetti svantaggiati, minori in età lavorativa, rifugiati e immigrati inseriti in progetti di riabilitazione e sostegno sociale.
L’incontro tra agricoltura e sociale
“Un traguardo bello al quale abbiamo lavorato da tempo e tutti insieme. L’idea è di riuscire a sostenere le attività di due mondi, agricoltura e sociale, che hanno così tanto in comune, è stata una scommessa che con questa legge abbiamo vinto”: il commento a caldo della vicepresidente e assessora all’agroalimentare, Stefania Saccardi.
“L’agricoltura sociale – prosegue la vicepresidente – può essere uno strumento straordinario di inclusione sociale e di autonomia oltre che di reinserimento. E’ anche occasione di sviluppo della società, di strategie e di diversificazione dell’attività agricola e allo stesso tempo è soluzione innovativa per la coesione del territorio perché interviene sia sulla necessità di soddisfare nuovi bisogni della collettività fornendo servizi sociali alle persone in aree rurali, sia sulla possibilità di favorire lo sviluppo di reti rurali”.
Fattorie sociali, Toscana all’avanguardia
“Modifichiamo – ha spiegato la presidente della commissione sviluppo economico Ilaria Bugetti (Pd) – le disposizioni in materia di agricoltura sociale, con una legge che è importante perché per la prima volta si disciplina in modo più dettagliato la parte delle fattorie didattiche, sociali. Con questo atto individuiamo quali siano i soggetti legittimati a fare agricoltura sociale, quali siano gli accordi e le collaborazioni anche prevedendo di fare integrazione con i migranti. Siamo quindi anche sul tema dell’accoglienza e dell’ascolto in collegamento con i soggetti fragili e gli assistenti sociali delle varie zone“.
La presidente della seconda commissione consiliare su sviluppo economico e rurale Ilaria Bugetti sottolinea come “la Toscana è stata tra le prime Regioni ad essersi dotata di una normativa apposita. L’agricoltura sociale rappresenta un’occasione importante per lo sviluppo rurale verso strategie multifunzionali e di diversificazione dell’attività agricola”.
Fattorie sociali, arriva la cabina di regia
La legge istituisce anche una cabina di regia tecnica per il monitoraggio e l’elaborazione delle informazioni. Infine, è prevista l’approvazione di un regolamento che dettagli requisiti e modalità per lo svolgimento delle attività, competenze formative, professionali e modalità per l’iscrizione nell’elenco delle fattorie sociali.