Molti dei dolci tradizionali sono legati a feste religiose e Pasqua in Toscana non è solo sinonimo di uova al cioccolato. Siena, capitale toscana dei dolci natalizi, ne propone alcuni interessanti anche nel periodo legato alla festa della Risurrezione. Li scopriamo grazie al libro di Stefania Pianigiani, giornalista e scrittrice: “Siena, la grande Dolcezza”, edito da Betti Editrice.
Il libro
Ricerca, curiosità, passione e tanta ironia, sapientemente dosata, sono gli ingredienti di questo riuscito volume sulle dolcezze di Siena. Un esame attento che si dipana sul filo dei ricordi, con storie e aneddoti che allietano la lettura. Non un semplice ricettario, ma un’opera importante per non far cadere nel dimenticatoio pezzi della nostra cultura enogastronomica: racconti divertenti, piccoli gialli gastronomici e interviste a pasticceri e appassionati golosi.
Alla ricerca della dolcezza perduta
Stefania Pianigiani racconta con dovizia di particolari e penna felice alcuni dei dolci che stanno scomparendo e fornisce indirizzi preziosi su dove si possono ancora trovare, una vera e propria mappa del tesoro.
Il corollo
Buono e divertente il corollo che, parafrasando una vecchia pubblicità, potremmo scherzosamente definire: “il buco con il biscotto intorno”. A questo dolce, infatti, è legato un bell’aneddoto: un dolce pasquale assai gradito dai “cittini” di Siena che ha un suo rito. I bambini prendevano un grosso filo di lana colorato e lo passavano intorno al corollo, legandoselo al collo, poi mordicchiavano il biscotto tutto intorno, vinceva chi riusciva a non rompere il buco.
La Schiacciata di Pasqua
Un dolce della tradizione legato ad un misterioso elisir di spezie: la “Miscela del Manganelli”, un segreto mix di liquori che, anche grazie a questo alone di mistero, conferisce al dolce un sapore unico. A dispetto del nome, il dolce è alto e soffice e richiede una lunga lievitazione.
L’arte della pasticceria
Dalle caramelle delle contrade al lattaiolo, dagli iconici panforti e ricciarelli, che oggi si fregiano del marchio IGP, la tradizione dolciaria ha radici molto lontane. I dolci senesi, infatti, compaiono già negli affreschi del Pellegrinaio di Santa Maria della Scala, come scrive Maura Martellucci nell’introduzione storica. Dipinti da Taddeo di Bartolo nel Quattrocento, come impilati su un cesto di leccornie da offrire ai bambini che, abbandonati dalle famiglie, venivano cresciuti all’interno dell’ospedale.