E’ il Veneto a guidare la classifica regionale delle esportazioni di vino nel 2022 ma la Toscana c’è. Se la terra del Prosecco e dell’Amarone mette a segno oltre 2,8 miliardi di euro di fatturato all’estero e una performance nei dodici mesi superiore alla media italiana del 13,4%, guadagnando il 36% sul totale del venduto nazionale i vini del Granducato non sono da meno.
I dati sono stati diffusi dall’Osservatorio Uiv, Ismea Vinitaly sulla base di dati dell’Istat. Sul podio, al secondo e terzo posto, si confermano il Piemonte in crescita rallentata con +4,6%, arrivando a quota 1,28 miliardi di euro e la Toscana, che chiude in linea con i risultati nazionali +10,4% e 1,25 miliardi di euro.
Seguono poi le tre regioni, responsabili complessivamente del 68,2% dell’export enologico made in Italy. E quindi il Trentino Alto-Adige (-1,1% tra gennaio e dicembre 2022) e l’Emilia-Romagna (+8,9%). Sul fronte delle performance nelle principali regioni enologiche, spiccano le accelerazioni di Friuli-Venezia Giulia (+39,7%), Marche (+25,9%) e Sicilia (+21%).
Export, oltre 7,3 miliardi di euro
Risultato positivo per il vino italiano uno dei settori del made in Italy più virtuosi nella bilancia commerciale, che chiude in attivo di oltre 7,3 miliardi di euro. Un record determinato da un doping dei prezzi necessario per limitare l’erosione dei margini causata dal surplus dei costi, quanto pericoloso sul fronte dei consumi previsti per il 2023.
Dall’analisi dell’Osservatorio Uiv, Ismea e Vinitaly, sulla base dei dati Istat sui 12 mesi dello scorso anno, viene evidenziato un mercato che ha retto anche alle variazioni dei listini. L’escalation dei costi di produzione ha abbondantemente eroso i margini della filiera in particolare per i prodotti entry-level e popular fino a 6 euro al litro.
Mercato in rallentamento a fine 2022
Bene l’export per il Paese che chiude il 2022 con il record di 7,9 miliardi di euro di euro (+9,8%) a fronte di volumi piatti (22 milioni di ettolitri, -0,6%). L’Osservatorio mette in evidenza il rallentamento dell’ultimo trimestre con chiusura nei valori a +5%, contro +19% di marzo, +11% di giugno e +12% di settembre, mentre i volumi si mantengono negativi (a -3% medio da giugno, con il solo primo trimestre positivo).
Forte il traino degli spumanti
Tra le tipologie, rileva l’Osservatorio, continua il forte traino degli spumanti che volano a +19% in valore (Prosecco a +22%) e confermano la positività sui volumi (+6%, di cui +6% Prosecco e +9% Asti Spumante). Faticano imvece i vini fermi imbottigliati (-3% volume), con i rossi in sofferenza che chiudono a -4% volume e +4% valore, contro il +12% dei bianchi.
Rossi, crescono i vini premium
In particolare, sui rossi, risultano in contrazione i volumi nelle fasce di posizionamento più basse sotto i 3 euro, mentre tengono molto bene e anzi risultano in buona crescita i vini premium; questo in particolare per i piemontesi (+9%), i veneti (+4%) e i toscani (+6%). I frizzanti, invece, cedono il 7% in volume ma guadagnano il 6% a valore.