Si chiama Fair e sta per “Future Ai research” ed è un partenariato sullo sviluppo dell’Intelligenza artificiale coordinato dal Centro nazionale di ricerca di Pisa e finanziato con 114,5 milioni di euro dal ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito del Pnrr. Un super gruppo di ricerca che ha lo scopo di sviluppare e potenziare gli utilizzi della tecnologia e renderli disponibili ad aziende ed enti locali che fanno parte della rete. Il gruppo coinvolge 350 ricercatori provenienti dai 25 partner dell’iniziativa. A questo primo nucleo di scienziati si aggiungeranno altri 150 ricercatori a tempo determinato e 100 dottorandi che verranno assunti per lavorare sul progetto, distribuiti su tutto il territorio nazionale.
Fair, spiega il Cnr, conta di coinvolgere nel progetto il 33% di donne, un dato considerevole se si tiene presente che nella comunità scientifica italiana dell’Intelligenza artificiale le donne sono circa il 20%.
“La nascita della fondazione Fair – ha detto Maria Chiara Carrozza, presidente del Cnr – è un tassello importante nel quadro di sviluppo di una strategia nazionale sull’intelligenza artificiale, in quanto permetterà di condividere e mettere a sistema le competenze e i risultati raggiunti finora. La sfida sarà quella di individuare strumenti e tecnologie che possano avere un impatto positivo sulla società per favorire un obiettivo di bene collettivo”.
La rete di Fair fatta di enti di ricerca, università e azienda
Fair è una rete con quattro enti di ricerca (Cnr, Fondazione Bruno Kessler, Infn, e Iit), 14 università italiane (Politecnico di Milano, Politecnico di Torino, Sapienza, Scuola Normale, Sissa, Università Bocconi, Università Campus Biomedico di Roma, Università della Calabria, Università di Bari, Università di Bologna, Università di Catania, Università di Napoli Federico II, Università di Pisa, Università di Trento) e sette aziende (Bracco, Deloitte, Expert.ai, Intesa Sanpaolo, Leonardo, Lutech, STMicroelectronics).
Fair è anche una fondazione di partecipazione con sede a Pisa, mentre i dieci centri che coordinano le attività di ricerca sono distribuiti geograficamente, cinque al Nord (Torino, Milano, Trento, Genova e Bologna), due al centro (Pisa e Roma) e tre al Sud (Bari, Cosenza e Napoli). Ciascun centro è caratterizzato da una specifica area tematica, con l’obiettivo di affrontare le sfide della ricerca per realizzare un’intelligenza artificiale incentrata sull’uomo, sostenibile, sicura, inclusiva e affidabile.
“L’obiettivo – spiega il Cnr – è creare attorno a Fair un ecosistema di aziende ed enti della pubblica amministrazione interessati a utilizzare i risultati scientifici prodotti dall’attività della fondazione. Sono già oltre 100 le aziende che hanno espresso il loro interesse ad aderire all’ecosistema Fair, tra cui 20 startup”. A livello della publica amminisrazione hanno manifestato, tra gli altri, l’interesse a partecipare: Regione Toscana, Regione Puglia, Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, Consob, Ministero Beni Culturali, Sogei e Istituto Superiore di Sanità. A metà progetto, cioè dopo 18 mesi, si stima che saranno coinvolte circa 300 aziende, per arrivare a fine progetto (tre anni) a oltre 600.