Dopo un accurato restauro, finanziato da tre donatrici statunitensi, torna a splendere a Villa La Quiete la lunetta della pittrice Ortensia Fedeli, raffigurante “Sant’Agata portata in cielo dagli Angeli”.
Scoperta nei depositi dell’antico convento delle Montalve, il cui ricco patrimonio artistico è custodito e valorizzato dal Sistema Museale dell’Ateneo fiorentino, l’opera è stata riconosciuta dalla storica dell’arte Unifi Donatella Pegazzano come l’unico dipinto finora noto dell’artista fiorentina del Seicento.
Il dipinto, databile fra il secondo e il terzo decennio del Seicento, ritrae la martire Sant’Agata, considerata una delle protettrici delle donne che hanno sofferto di malattie al seno o di quelle che hanno subito violenze e maltrattamenti.
Ortensia Fedeli, abile colorista, era monaca presso il monastero camaldolese di Sant’Agata in via San Gallo, luogo dal quale il dipinto proviene.
Era nata a Firenze nel 1569 e di lei si ricordano anche la conoscenza del greco, del latino e della musica: molto indizi portano a credere che abbia imparato a dipingere dal celebre pittore Jacopo Ligozzi, veronese di origine ma fiorentino di adozione.
Ortensia produsse opere a soggetto sacro, di cui sopravvive solo la lunetta restaurata, e dipinti a soggetto naturalistico, operando sempre all’interno del convento, dove, oltre alla pittura si praticavano la musica, la poesia e si rappresentavano drammi sacri.
L’opera è stata presentata a Villa La Quiete, in un evento a cui hanno partecipato la rettrice dell’Università di Firenze Alessandra Petrucci, il presidente del Sistema Museale di Ateneo Marco Benvenuti e la console generale USA a Firenze Ragini Gupta.
Erano presenti anche la restauratrice Rossella Lari, che ha operato sotto la direzione della Soprintendenza, e le mecenati Suzanne Frank, Kathryn Murphy Burke e Kate Wilson, che hanno effettuato la loro elargizione con il supporto dell’associazione Friends of Florence.