In Toscana le donne lavorano meno e in peggiori condizioni rispetto agli uomini. Secondo la fotografia scattata da Ires sull’occupazione femminile, che è stata presentata oggi alla vigilia dell’8 marzo, nella sede regionale della Cgil, a Firenze, il gap rispetto agli uomini è ancora evidente, nonostante un tasso di occupazione femminile che dal 2014 è cresciuto “in maniera uniforme“.
Infatti tra lavoratrici e lavoratori c’è ancora un divario di monte ore lavorate pari a 267,4 milioni di ore annue: quasi un terzo delle lavoratrici ha un part-time e la disoccupazione femminile ha raggiunto a fine 2021 un livello pari al 19%.
Il 67% delle donne toscane lavora ma a stipendi inferiori
Lo studio evidenzia che il 67% delle toscane, con età compresa tra 15 e 64 anni, è attiva sul mercato del lavoro, percentuale inferiore rispetto agli uomini (80%). La Toscana presenta comunque dati migliori rispetto a quello nazionale, che sconta – secondo Ires – i valori “particolarmente critici del Mezzogiorno”.
A parità di mansioni inoltre le donne percepiscono stipendi inferiori a quelli degli uomini: il salario orario lordo delle donne è inferiore rispettivamente del 6,3% e dell’8,5%. Per quanto riguarda i nuovi posti di lavoro femminili emerge che il settore stagionale incide per il 17,3%, quello del lavoro intermittente per il 12,9% e quello della somministrazione per il 12,2%: tutte forme, è stato spiegato, “che segnano una distanza con i contratti maschili”.
“Cresce un po’ l’occupazione femminile ma dal punto di vista della qualità del lavoro questa non migliora – ha sottolineato la ricercatrice Sandra Burchi – c’è molta occupazione a legame debole. A livello retributivo c’è poi un divario abbastanza consistente”.
Secondo il presidente di Ires Toscana Giancarlo Francese “le criticità si sono accentuate. Nel momento di difficoltà e restringimento degli spazi nel mercato del lavoro si conferma ad una tendenza dove le donne lavorano meno:in molti casi sono più qualificate e istruite eppure vivono ai margini. Questo si riflette anche sull’aspetto economico”. La responsabile del coordinamento donne Cgil Toscana Barbara Orlandi ha evidenziato che “il tema del part-time è proposto ma soprattutto imposto dalle condizioni esterne”.