Riuscire a fare meglio delle annate precedenti, sembrava una missione impossibile. Il Brunello di Montalcino è riuscito nella sfida. Nel 2022 le vendite sono cresciute del 18% in valore e del 7% in volume. A diffondere i dati il Consorzio ilcinese sulla base dell’osservatorio prezzi. La rilevazione delle vendite viene calcolato in base alle dichiarazioni di un campione omogeneo di imprese del territorio.
Nel 2022 il Brunello è andato letteralmente a ruba: è stato commercializzato il 94% dell’annata 2017. La Riserva 2016, altra protagonista delle vendite dello scorso anno, ha infine portato il millesimo al sostanziale sold out nelle cantine di Montalcino. La conferma di quanto già espresso dall’analisi condotta da Wine Intelligence: il Brunello è il più amato tra i vini.
Italia e Stati Uniti trainano il mercato
A trainare il Brunello il mercato nazionale, che si conferma realtà di riferimento per il Brunello: l’Italia segna un rialzo del 27% in valore e del 19% in termini di volumi. All’estero il mercato a stelle e strisce è ancora una volta il principale sbocco internazionale. Gli ordini dagli Stati Uniti registrano un +29%. Bene anche Canada, Germania e Svizzera, mentre è in calo la domanda del Regno Unito.
Brunello: un 2023 per consolidare
“Lo scorso anno le nostre imprese sono riuscite a fare ancora meglio del già fortunato biennio precedente – sottolinea il presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci -, e questo fa particolarmente piacere”.
Per il presidente viene confermato il valore del brand territoriale nel mondo “a prescindere dal blasone delle singole annate; poi perché il risultato è stato raggiunto nonostante una dotazione della nuova annata commerciale 2017 di circa il 15% inferiore rispetto a quella precedente” sottolinea.
Per Bindocci “consolidamento sarà la parola chiave di un 2023 che si apre con molte insidie di carattere congiunturale, da conseguire attraverso un’attività intensa di promozione e posizionamento in Italia e all’estero“.
I passaggi di proprietà eccellenti
Nel territorio del Brunello di Montalcino si registra oltre il 16% delle transazioni in Italia tra il 2016 ed il 2022: è quanto emerge dall’analisi Cbre, leader mondiale nella consulenza e negli investimenti in commercial real estate.
Nell’ultimo anno due celebri cantine sono passate di mano. C’è stata l’acquisizione di Castiglione del Bosco, tra i soci fondatori del consorzio nel 1967, da parte di una family office internazionale. La proprietà, 2mila ettari di cui 62 a vigneto, era della famiglia Ferragamo.
La Cantina di Montalcino, unica realtà cooperativa della zona, è stata acquisita dal fondo di private equity Made in Italy Fund. A dare il via al cambio di proprietà Cantine Leonardo da Vinci che aveva ceduto le sue quote alla holding Prosit.
I prossimi impegni del Consorzio
Si annuncia una primavera densa d’impegni per il Consorzio del Brunello di Montalcino. Tra i principali impegni del Consorzio e delle 214 imprese rappresentate le collettive del Prowein di Düsseldorf, dal 19 al 21 marzo, e del Vinitaly a Verona (2-5 aprile).
Senza dimenticare gli eventi sul territorio: Red Montalcino, previsto a inizio estate e Benvenuto Brunello, dal 17 al 27 novembre. L’appuntamento invernale, come già l’anno scorso, avrà un’appendice in contemporanea in diversi Paesi chiave.