Un’antica tradizione di comunità si candida a patrimonio Unesco. I tappeti di segatura di Camaiore tenteranno la via del riconoscimento a patrimonio immateriale dell’umanità nel 2024, candidatura che sarà presentata ufficialmente dalla Coordinadora Internacional de Entidades de Arte Efimero, l’associazione internazionale delle arti effimere, di cui fanno parte anche i tappetari camaioresi insieme ad altre centinaia di maestri provenienti da cinque paesi: Spagna, Malta, Belgio, Messico e, ovviamente, l’Italia.
Come nascono i tappeti di segatura di Camaiore
Quella dei tappeti di segatura di Camaiore è una vera e propria arte di comunità che è nata – si ipotizza – intorno alla prima metà dell’Ottocento, legata alla solennità del Corpus Domini. I soggetti infatti sono principalmente a tema religioso anche se con il passare degli anni i maestri tappetari hanno affrontato nelle loro opere anche tematiche sociali, oltre alle classiche composizioni decorative, geometriche o floreali.
Inizialmente erano i “petali di fiori e ramoscelli di verde mortella” le principali materie prime utilizzate dagli artisti per la composizione dei tappeti e solo dal 1930 viene citata nei documenti ufficiali “la segatura” come componente essenziale delle opere. Segatura di legni chiari (pioppo o abete) che viene colorata con anilina, per ottenere gli effetti cromatici utili alla scenografia del disegno.
Proprio sui disegni tradizione vuole che gli artisti mantengano fino alla vigilia della manifestazione grande riserbo sull’idea progettuale e lo sviluppo del tappeto di segatura che viene realizzato in dimensioni imponenti: 2 metri di larghezza fino a 40/50 di lunghezza. Un lavoro di ideazione che richiede mesi di bozzetti e prove ma che poi si realizza tutto in una notte.
Come si realizza un tappeto di segatura
Dopo l’ideazione del bozzetto dell’opera è fondamentale la progettazione e la realizzazione degli stampi in legno. Poi la parte più scenografica: la colorazione della segatura che a Camaiore viene chiamata “pula”. Le colorazioni da creare sono moltissime, proprio per rendere la composizione ricca di sfumature e gradazioni di tonalità. Questo processo coinvolge tanti camaioresi: nelle loro soffitte, nelle cantine o nei garage procedono dunque a colorare con l’anilina montagne di segatura che diventa così rossa, gialla, rosa, blu, verde.
Qualche giorno prima della festa i gruppi tracciano poi sulla strada – lungo il percorso che dovranno seguire i tappeti – le linee dell’opera e i suoi contorni ma è il giorno della vigilia del Corpus Domini che inizia il rito artistico, dall’imbrunire per tutta la notte. Vengono dunque posizionati gli stampi, scelti i colori e viene stesa poi la segatura.
Un’opera artistica generata dalla collegialità, dall’impegno di un gruppo di persone che eseguono azioni ben precise fino ad arrivare al completamento del disegno. E’ così che si crea una “meraviglia precaria”, un’opera variopinta e scenografica che si tiene in vita per un giorno, per poi essere destinata a scomparire.
Ne rimarrà qualche scatto fotografico, ad immortalarne la bellezza straordinaria. Ne rimane il ricordo, impresso nella memoria dei partecipanti alla festa del Corpus Domini. Rimane l’esempio di chi si adopera – come i maestri tappetari – per tramandare una tradizione che oggi punta alla tutela Unesco.