100 chilometri tra Emilia-Romagna e Toscana da Fiumalbo a Pistoia. Il Cammino di San Bartolomeo è un itinerario di trekking che si snoda tra i boschi della montagna pistoiese toccando i luoghi dedicato al culto del Santo. Alcune credenze popolari legano San Bartolomeo ai mestieri nei quali si utilizzano lame e coltelli (macellaio, calzolaio, pellettiere..) poiché morì da martire scorticato vivo. A Pistoia invece San Bartolomeo è il santo dei bambini e ogni anno la piazza della città a lui dedicata si riempie di bancarelle e giochi. Questa piazza, che prende il nome dalla chiesa di San Bartolomeo, è il punto di arrivo di questo itinerario nato nel 2015, di media intensità, che si può percorrere in cinque o sei giorni .
“Ho conosciuto il Cammino di San Bartolomeo nel 2018 e l’ho percorso nella sua interezza nell’estate del 2019, in solitaria. Questi sentieri hanno saputo darmi l’energia di cui avevo bisogno in un periodo segnato da avvenimenti poco positivi e questa pubblicazione vuole essere un modo per dire grazie, per restituire alla montagna qualcosa del tanto che da lei ho ricevuto e continuo a ricevere ogni volta che attraverso i suoi boschi”, Andrea Cuminatto è un giornalista di Campi Bisenzio, appassionato di trekking, e autore di varie guide sui cammini in Toscana, l’ultima “Il cammino di San Bartolomeo a piedi”, edita da Ediciclo editore, è uscita lo scorso 27 gennaio. Per Fusta nel 2021 Cuminatto ha pubblicato “La via Medicea” e presto uscirà una guida pensata per le famiglie e per i più piccoli, un lavoro a due mani scritto con Chiara Bartoli, guida ambientalista, con l’obiettivo di incuriosire e incoraggiare i bambini ad interagire e a lasciarsi appassionare dalla natura.
La guida sul cammino di San Bartolomeo
“In questa guida – racconta Andrea Cuminatto – ci sono descrizioni dettagliate tappa per tappa. Le tappe ufficiali sono cinque, io ho scelto di inserire anche le tre varianti esistenti al tracciato ufficiale, pensate sia per permettere ai pellegrini di incontrare borghi diversi in ogni tappa ma anche per dare la possibilità, a chi lo preferisse, di optare per una tappa meno impegnativa della terza, quella che va da Piteglio-Pontepetri, lunga 19,5 km, senza però allungare troppo i giorni di cammino”.
“Ho inserito anche una partenza alternativa a Fiumalbo – aggiunge – da Bagni di Lucca poiché permette al pellegrino di conoscere e scoprire la zona della Controneria che si estende sulla riva destra del torrente Lima. Nei mesi invernali è una valida alternativa alla tratta dell’Abetone particolarmente rischiosa quando nevica”.
Il progetto del cammino di San Bartolomeo è stato voluto da chi ha sempre vissuto questi luoghi. Gente che la montagna la ama e che per il desiderio di contrastare lo spopolamento si è rimboccata le maniche
Ne “Il cammino di San Bartolomeo a piedi” Cuminatto racconta dei luoghi, delle loro tradizioni storiche e popolari, dà suggerimenti (quando andare, dove dormire, cosa portare con sé, ecc..) e condivide con i lettori, futuri pellegrini, sensazioni ed emozioni soprattutto quelle che derivano dagli incontri con la gente del posto e con i volontari che hanno fortemente voluto questo itinerario e che oggi se ne prendono cura. Sono i volontari del luogo infatti a gestire e a mantenere il percorso: rimarcano la segnaletica, tengono puliti i tracciati, strappano le ortiche, e sono pronti a dare ospitalità ai pellegrini: “Gente che ama la montagna, che la vive da sempre, e che per il desiderio di vederla continuare a pulsare di vita, anche per contrastarne lo spopolamento, si è rimboccata le maniche per far nascere e crescere il progetto del cammino di San Bartolomeo”, racconta Cuminatto nella sua guida e aggiunge: “Tra l’altro, nella mia esperienza, è uno dei cammini con la segnaletica più curata, per questo adatto anche a chi non è molto esperto di GPS e mappe”..
Via Medicea, Cammino di San Jacopo, Francigena Toscana, via Romea.. hai pellegrinato su molti degli itinerari “lenti” toscani. Quali suggerisci e perché?
“Dipende soprattutto da cosa si cerca e cosa ci si aspetta dal cammino ma anche dal periodo dell’anno in cui si sceglie di mettersi in cammino Per esempio, agli appassionati di storia consiglierei la Via Medicea e il cammino di San Jacopo, quest’ultimo itinerario non offre molto a livello di natura ma permette di scoprire e visitare splendidi borghi e città. Questo implica che si tratta di itinerari che sarebbe meglio fare in autunno perché sono molto assolati e poco ombreggiati. L’autunno per La via Medicea è il mese perfetto poiché è il periodo dell’anno in cui sono al loro massimo splendore i colori dei vigneti. La via Francigena della Sambuca e il cammino di San Bartolomeo invece li consiglio a chi si mette in viaggio per perdersi nella natura. La difficoltà è maggiore ma sono entrambi cammini che si possono fare tranquillamente in estate perché più riparati. Così come il cammino di San Bartolomeo poiché si snoda quasi interamente nel bosco, eccetto l’ultimo tratto verso Pistoia. Però è sicuramente uno dei percorsi che mi hanno colpito di più dal punto di vista naturalistico, anche perché tocca zone di grande valore come la riserva naturale biogenetica dell’Abetone e la riserva dell’Aquerino. E poi quando i cammini passano da località molto piccole come in questo caso, è più facile poter incontrare persone del luogo e interagire con loro“.
Tre cose a cui non potresti rinunciare quando viaggi zaino in spalla
“Le credenziali del pellegrino, una macchina fotografica e la voglia di parlare con le persone che si incontrano lungo il cammino, perché quelli sono i ricordi più belli alla fine di un viaggio”.