“Le ragazze di San Frediano” di Vasco Pratolini è una favola moderna, le cui vicende si snodano nel cuore di Firenze, tra piazza del Carmine, piazza Pitti, le Cascine, S. Croce, Cestello, ponte alla Carraia, via della Vigna, porta San Frediano, via Pisana, borgo Stella, via del Leone, via del Campuccio, piazza Piattellina, via Maggio.
Un affresco di un quartiere della città che diventa il vero protagonista del racconto. Le ragazze a cui Pratolini dedica il romanzo sono un gruppo di giovani donne che decidono una beffa ai danni del rubacuori del quartiere, in un’epoca in cui ribellarsi ai soprusi degli uomini era davvero difficile.
Ed è proprio da questo spirito e da questo titolo così evocativo che le tre artiste fiorentine, Anna Meacci, Daniela Morozzi e Chiara Riondino, hanno deciso di ripartire, per un omaggio alla città e all’universo femminile che, pur tra pregi e difetti, ha sempre capacità di trovare strade nuove anche nei momenti più complicati.
L’idea dello spettacolo, che torna in scena il 30 e 31 dicembre per Capodanno al Teatro Puccini di Firenze, nasce durante la pandemia, nel periodo della chiusura dei teatri, momento in cui le tre artiste hanno ideato una vera e propria tournée di fronte ai teatri che ha subito suscitato l’interesse del pubblico.
Lo spettacolo è nato nel maggio 2021, quando eravamo ancora in zona gialla, quel periodo terribile che sembra passato da tanto tempo, ma in realtà è passato da pochissimo – ci ha raccontato Daniela Morozzi – Iniziava a riaprire un po’ tutto, le vie dello shopping, le grandi catene come l’Ikea, tranne i teatri e i cinema che restavano chiusi. Un giorno ero con Anna Meacci, ed eravamo piuttosto arrabbiate così decidemmo di fare una tournée in città a teatri chiusi leggendo Le ragazze di San Frediano perchè Anna durante la pandemia lo leggeva via Skype ai suoi nipoti. A me sembrò un’idea bellissima, un modo anche per riscoprire la grande letteratura di un autore a noi vicino. A febbraio andammo davanti al teatro Puccini, chiuso ovviamente, in una sorta di sit-in. Leggemmo tutta la prima parte del romanzo davanti ai cancelli. Quella mattina pensavamo che non ci sarebbe stata tanta gente, pioveva, invece la piazza si riempì. Erano venute persone anche da fuori Firenze, tutti con l’ombrello. Quindi questo spettacolo è nato come una protesta. Volevamo accendere la luce sul fatto che i presidi culturali restavano chiusi. È stata una cosa così potente che abbiamo pensato di metterlo in scena.
Come sarà lo spettacolo al Puccini?
È la lettura integrale del testo, con inserti di dialogo e con Chiara Riondino che alla chitarra ha scritto tante canzoni che intervallano la nostra lettura. Però non sono canzoni a sé, riassumono interi capitoli, alcune divertentissime. Abbiamo trovato un modo diverso di fare una lettura integrale, la nostra è una sorta di riduzione in musica che ha avuto un successo pazzesco. Sento che abbiamo trovato una formula moto divertente anche con degli stornelli sull’attualità. Tra l’altro abbiamo sempre scelto di fare prezzi calmierati, più bassi del normale, perchè vogliamo arrivare a tutti, è un regalo, un patto con la cittadinanza.
Questo spettacolo è nato come una protesta. Volevamo accendere la luce sul fatto che i presidi culturali restavano chiusi. È stata una cosa così potente che abbiamo pensato di metterlo in scena
Ti ricordi la prima volta che hai letto “Le ragazze di San Frediano”? Di solito si legge quando si va a scuola…
Ero proprio una ragazzina, pensa che l’avevo letto nel Sussidiaro, una piccola parte, mai fino in fondo. Quindi per me è stata una riscoperta da adulta. L’ho sempre immaginato come un testo che parla di donne, di emancipazione. Rileggerlo a 54 anni è stato molto potente.
Per noi fiorentini e toscani leggere Pratolini è ancora più emozionante perchè è come leggere la storia dei nostri genitori o nonni, non so se hai avuto anche te questa impressione…
Assolutamente sì, non c’è dubbio. Le ragazze di San Frediano inizia con la liberazione di Firenze, si concentra su un quartiere ma in realtà racconta davvero quegli anni, mia madre, mia zia, i nostri “vecchi”.
I romanzi di Pratolini sono sempre agrodolci, cioè c’è sempre un po’ di tristezza dentro. Cosa ne pensi?
Le ragazze di San Frediano non finisce tanto bene, questa è stata la più grande scoperta che ho fatto rileggendolo. Alla fine c’è una congiura di tutte queste donne sfruttate da Bob il bello del paese, che tutte bramano, e lui non è che faccia una bella fine. Il libro è molto interessante perchè parla dell’idealizzazione maschile, per cui abbiamo sempre bisogno del Bob di turno quello che ti fa soffrire, che ha 50 donne contemporaneamente, il latin lover insomma.
Pensi che le donne ancora oggi siano affascinate da questo tipo di uomini?
No, penso che viviamo ancora oggi in una società maschilista. Noi donne abbiamo ottenuto tanto, ma le pari opportunità ancora non ci sono, spesso non ci sono neanche dal punto di vista emotivo. Ci dividiamo in maschi e femmine sul lavoro, sul raggiungimento dell’identità professionale, sul salario, ma anche spesso dal punto di vista dei sentimenti. La fragilità e le lacrime sono ancora spesso riferite alle donne, addestriamo ancora i nostri figli maschi a questo modello di bambini audaci, forti, belli che conquistano le donne. Detto questo credo che molte cose siano cambiate, le donne hanno tentato un’emancipazione per liberarsi dal principe azzurro. In Vasco Pratolini questo si evince tantissimo, lui racconta davvero la disillusione femminile di un gruppo di amiche che si contendono il “gallo”, il “pavone sanfredianino”, è ancora pieno di pavoni il mondo.
Chi sarebbero oggi le ragazze di San Frediano? Come te le immagini?
Siamo io, Anna Meacci e Chiara Rondino che a 60 anni ci permettiamo ancora di scherzare e ridere su quello che siamo state, su un’età giovane. Rileggere Pratolini per noi vuol dire ridare alla grande letteratura quella funzione “popolare”. Pratolini è alto e basso, racconta i quartieri con delle descrizioni con una lingua altissima, ma allo stesso tempo anche bassa. Lui ha un grandissimo rispetto, è un osservatore ma non c’è mai giudizio. Molte cose che lui racconta ci sono ancora, la divisione maschio-femmina c’è ancora.
Un’ultimissima domanda, secondo te per una donna oggi qual è la sfida più grande?
È quella di raggiungere l’obiettivo che ha la giornata del 25 novembre, quella per l’eliminazione della violenza di genere. Nella violenza ci sta tutto, i femminicidi, ma anche la violenza più perversa e sottile, così come l’impossibilità ancora oggi di raggiungere la parità sul lavoro o in politica, cosa di cui parliamo da tanto tempo. Se ci pensi il fallimento della sinistra è la presenza di una destra al Governo con una donna che si fa chiamare “Signor Presidente del Consiglio”. Questo ci deve far capire che qualcosa ancora non è passato. La sfida è quella di coinvolgere ancora di più la parte maschile che a fatica sta tentando di partecipare però ancora non è accaduto fino in fondo. Rimane sempre un problema delle donne, per le donne e con le donne, invece deve diventare un problema che riguarda tutta la società, forse è anche per questo che siamo così immobili.
Biglietti per Le ragazze di San Frediano al Teatro Puccini
Venerdì 30 dicembre: posto unico numerato € 15,00 (esclusi diritti di prevendita)
Sabato 31 dicembre: I settore € 40,00, II settore € 35,00 (esclusi diritti di prevendita)