Impostare un percorso per potenziare il contributo delle cooperative al riscatto e al riutilizzo dei beni confiscati alla mafia in Toscana. È stato questo l’obiettivo del convegno “Per il bene di tutti”, che si è tenuto oggi alla Tenuta di Suvignano, organizzato da Confcooperative-
Snellire la burocrazia per riutilizzare i beni confiscati
“Vogliamo restituire questi beni alla legalità e alle comunità – hanno sottolineato Alberto Grilli, presidente di Confcooperative-
In Toscana, ha spiegato Maurizio Pascucci della Fondazione Antonino Caponnetto, ci sono 346 immobili confiscati alla mafia, senza contare quelli in fase di sequestro e vicini alla confisca e gli altri beni come automobili, furgoni o trattori.
Evitare che i beni finiscano all’asta
“Tutti questi patrimoni sono gestiti dall’Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati che li può assegnare in comodato gratuito per 30 anni con bando o forma diretta ad associazioni e cooperative a fronte di un progetto di riutilizzo sociale. È necessario evitare che i beni confiscati finiscano all’asta, perché si rischierebbe di perdere il vero obiettivo per cui sono stati confiscati: il loro riutilizzo sociale” ha aggiunto Pascucci.
“Il mondo cooperativo ha un dovere etico di esserci – hanno concluso Grilli e Batini – non si tratta solo della restituzione di beni alla collettività che sono stati illecitamente accumulati, ma rappresenta un contributo concreto alla realizzazione di un’economia trasparente. L’opacità del mercato, alimentata e fortemente perseguita dal malaffare, tarpa le ali alle imprese sane e ancora di più alle cooperative che condividono principi etici”.