La Toscana vara il “Nuovo Patto per il Lavoro”, un pacchetto di nove misure di politica attiva finalizzate a favorire l’inserimento o il reinserimento nel mercato del lavoro, oltre che nuova occupazione [\mark].
Di cosa si tratta? Le nove misure vanno dagli assegni per l’impiego ad azioni a sostegno della fase di ‘start up’ di impresa e voucher di conciliazione, da misure destinate a lavoratrici e lavoratori coinvolti in crisi aziendali a veri e propri incentivi all’occupazione.
A firmare il protocollo, che fa tesoro della precedente esperienza del “Piano Integrato per l’Occupazione”, il presidente Eugenio Giani, l’assessora alla formazione e al lavoro Alessandra Nardini, le parti sociali e i soggetti presenti nella Commissione regionale permanente a conclusione dell’incontro di presentazione “Il Nuovo Patto per il Lavoro della Regione Toscana, una nuova sfida per il modello toscano di politiche attive”.
Il Patto è interamente finanziato con la quota ricevuta dalla Toscana – la più significativa tra quelle assegnate alle Regioni – dei “residui storici” della cassa integrazione in deroga sbloccati negli scorsi mesi a livello nazionale e oggetto del protocollo tra Regione e Ministero del Lavoro siglato con l’allora Ministro Orlando.
I lavoratori destinatari della misura
Le destinatarie e i destinatari degli strumenti previsti nel Patto sono prevalentemente persone iscritte allo stato di disoccupazione, residenti in tutto il territorio toscano, ed una particolare attenzione è stata rivolte a donne, giovani e soggetti vulnerabili, coloro che, in questa crisi, rischiano di restare ancora più indietro sul fronte occupazionale. Il piano include anche specifici interventi per alcune tipologie di occupati. La Regione punta a coinvolgere almeno 10 mila persone.
[mark]Entro la fine di dicembre sarà emanato il primo avviso che riguarderà gli incentivi per l’occupazione .
Il Patto prevede di ripartire e assegnare risorse ad ogni territorio su base provinciale, tenendo conto della situazione economica, sociale e occupazionale dei territori e dell’eventuale presenza di aree di crisi complessa e non complessa e delle aree interne, secondo un modello definito da Irpet [\mark]. Alle aree di crisi industriale complessa (Livorno e Piombino), non complessa (Massa Carrara) e regionale è stata assegnata una quota di risorse pari complessivamente al 25% dell’intero budget.
In prima battuta è previsto lo stanziamento del 50% delle risorse totali disponibili, per consentire monitoraggi e valutazioni su riparti territoriali ed efficacia delle misure. Una sorta, quindi, di prima fase di sperimentazione, durante la quale assessorato al lavoro e Commissione regionale permanente tripartita potranno mettere in campo, se necessario, eventuali correttivi, superare, implementare o introdurre altre misure, anche alla luce dell’attuazione degli strumenti previsti dal Pnrr, della nuova programmazione Fse+ 2021/2027 e del mutato scenario socio-economico.
Le misure del nuovo patto del Lavoro:
Assegno per l’impiego
Si tratta di uno sviluppo della sperimentazione regionale dell’assegno di ricollocazione. Si punta a superare la logica tipicamente competitiva dell’AdR nazionale per applicare una forma di cooperazione attiva tra servizi che punti ad un obiettivo comune: l’occupazione. Le misure possono essere erogate dai Centri per l’Impiego, da agenzie per il lavoro o agenzie formative accreditate.
Contributi per start up d’impresa
Fino a 8mila euro di contributi a fondo perduto per spese sostenute in fase di start up dell’impresa, per imprese da costituire o di recente costituzione sul territorio regionale. Si intendono così sostenere le spese che rientrano nelle attività di formazione, consulenza e orientamento. L’importo massimo sarà maggiorato fino a 10 mila euro in caso di lavoratrici o giovani under 40. È prevista, inoltre, la possibilità di maggiorare l’importo massimo del contributo in funzione del numero dei soci della start up, anche in caso di Workers Buyout.
Voucher formativi individuali
Contributo finalizzato a promuovere, tramite il rimborso totale o parziale delle spese di iscrizione al corso, l’accesso a percorsi di accrescimento delle competenze professionali con l’obiettivo di fuoriuscita dallo stato di disoccupazione e di miglioramento della propria posizione nel mercato del lavoro. I corsi per i quali può essere richiesto il voucher sono erogati da organismi formativi accreditati.
Voucher di conciliazione
Misure di accompagnamento ai percorsi di politica attiva, volte a favorire la conciliazione vita lavoro: voucher per l’acquisto di servizi educativi, per la cura e l’intrattenimento/sostegno di figli/e minori di 13 anni; voucher per l’acquisto di servizi per la cura e l’assistenza di figli/e in condizioni di non autosufficienza e/o disabilità certificate ai sensi della normativa vigente. Sono inoltre previsti interventi di sostegno alla mobilità geografica con un contributo forfettario sulle spese di trasporto per la frequenza di percorsi formativi o di tirocinio concordati con il Centro per l’Impiego o con i soggetti accreditati.
Voucher “just in time”
Ha lo scopo di soddisfare le richieste delle lavoratrici, dei lavoratori e delle imprese che necessitano di professionalità specifiche, intervenendo tempestivamente con l’individuazione di personale che ha bisogno di colmare gap formativi oppure di diversificare o accrescere le competenze di base attraverso la partecipazione a percorsi formativi mirati e personalizzati. Diversamente dal voucher formativo, il voucher just in time viene erogato al termine di un percorso avviato attraverso la richiesta dell’impresa interessata all’assunzione e passa attraverso l’intermediazione, svolta dai Centri per l’Impiego, di domanda e offerta di lavoro. Mira pertanto a ridurre le tempistiche che intercorrono tra la manifestazione di interesse dell’impresa all’assunzione di nuovo personale, l’individuazione del soggetto da mettere in formazione, lo svolgimento del percorso formativo e l’occupabilità. Il voucher “just in time” potrà essere esteso sperimentalmente a occupate e occupati in imprese in situazioni di crisi, imprese con un programma significativo di nuove assunzioni a seguito di ampliamento o riconversione aziendale legati a nuovi investimenti, imprese che necessitano di professionalità mancanti nel mercato del lavoro individuate nell’avviso.
Percorsi formativi brevi finalizzati all’occupabilità – mismatch
Interventi di formazione o di riqualificazione professionale di breve durata, rivolti a soggetti disoccupati, inoccupati ed inattivi, con lo scopo di accrescerne le competenze professionali e diminuire il disallineamento (mismatch). Un catalogo di offerta formativa di corsi brevi, in coerenza con le esigenze e le priorità delle aree territoriali.
Percorsi formativi collegati a protocolli territoriali
Interventi formativi rivolti a soggetti occupati, dipendenti e imprenditori, di aziende in crisi o in fase di riconversione e non occupati. Gli interventi sono attivati a seguito dei protocolli territoriali stipulati fra Regione Toscana, enti locali e parti sociali territoriali, e sono finalizzati a sostenere ambiti economici di rilievo per lo sviluppo locale ed a rilanciare aree in stato di crisi economica ed occupazionale. I percorsi formativi vengono avviati sulla base del fabbisogno formativo rilevato a livello locale.
Avvisi per la ricollocazione di lavoratrici e lavoratori coinvolti in crisi aziendali
Specifica misura di intervento a sportello destinata a lavoratrici e lavoratori coinvolti in crisi aziendali. I bandi finanzieranno progetti, a governance pubblica di Regione e Cpi, con consultazione e coinvolgimento delle parti sociali aderenti alla Commissione Regionale Permanente Tripartita che comprendono: formazione di durata variabile fino a 12 mesi nei casi di formazione con rilascio di qualifica, diploma o altro titolo; outplacement e assistenza alla ricerca attiva; tirocini; misure per l’auto-imprenditorialità comprendenti un pacchetto di servizi individuali e collettivi finalizzati all’analisi delle competenze e accompagnamento alla creazione di nuova impresa, ovvero per processi di Workers Buyout.
Incentivi all’occupazione
Fino a 8mila euro destinati a datori di lavoro che assumono soggetti che abbiano sottoscritto il Piano di Ricerca Intensiva (PRI) e abbiano effettivamente avviato il percorso. L’entità dell’incentivo è legata alla tipologia di contratto e al profilo della lavoratrice o del lavoratore. Una particolare maggiorazione è prevista, ad esempio, in caso di assunzione di persone con disabilità, soggetti in situazioni di svantaggio, donne, con specifica attenzione alle vittime di violenza e di tratta. Al fine di promuovere lavoro stabile, è previsto un incentivo per le trasformazione da contratto a tempo determinato in contratto a tempo indeterminato.