Dopo dodici anni di lavoro e un “innamoramento profondo, in certi casi travolgente” per il testo, Stefano Massini debutta in prima nazionale al Teatro della Pergola di Firenze con “L’interpretazione dei sogni”, il suo spettacolo ispirato dall’opera di Sigmund Freud che diede il via alla rivoluzione psicoanalitica e attraverso il concetto di inconscio cambiò per sempre il modo stesso in cui immaginiamo la nostra mente.
Un viaggio nell’universo di Freud e nei nostri incubi
Dopo il romanzo “L’interpretatore dei sogni”, pubblicato nel 2017 per Mondadori, e lo spettacolo per il Piccolo Teatro nel 2018, Massini – unico autore italiano nella storia ad aver vinto un Tony Award, il premio Oscar del teatro americano – torna così nel mondo di Freud con un testo completamente nuovo rispetto ai personaggi portati in scena da Federico Tiezzi.
“Ho iniziato a lavorare sull’opera di Freud nel 2010, con una ricerca e una scrittura drammaturgica che poi è diventata febbrile il periodo del lockdown e ora arrivo a coronare la mia discesa nei gorghi e meandri dei nostri sogni nel luogo che da sempre mi è più caro, il teatro” racconta Massini.
Gli anni della pandemia prima e della guerra in Ucraina in seguito sono stati per Massini fondamentali per riflettere su Freud, sul tema dell’indicibile e del nostro rapporto con l’irrealtà che diventa concreta. “I nostri incubi sono come diventati realtà – spiega il drammaturgo – le immagini raggelanti delle città deserte sono entrate nelle nostre case, scene che avevamo visto solo nei film catastrofici, seguite poi da una guerra sanguinaria alle porte dell’Europa e dalle catastrofi climatiche.”
Lo spettacolo andrà in scena dal 14 al 18 dicembre, cinque date in cui prenderà forma un variopinto mosaico di personaggi che, narrando i propri sogni, comporranno una sinfonia di visioni e di possibili interpretazioni, in cui il pubblico si potrà riconoscere.
Sullo sfondo delle scenografie di Marco Rossi un grande occhio, a rapprentare il diaframma tra la realtà e il nostro universo interiore. “L’occhio è un simbolo potente, non a caso lo spettacolo si apre con il racconto di quando la figlia di Freud disse alla loro cameriera che il mestiere di suo padre era guardare nella testa della gente attraverso gli occhi e lei pensò che potesse davvero leggerle dentro” spiega Massini.
Il teatro è sogno
La ricerca di Massini su Freud, pietra miliare del Novecento, tenta una risposta attraverso l’analisi di numerosi casi clinici, alcuni drammatici, altri invece persino divertenti: ognuno capace di svelare qualcosa sulle misteriosi leggi che sovrintendono alle nostre messinscene notturne. Secondo Freud il sogno aveva un chiaro impianto teatrale e del resto il legame tra teatro e sogno è sempre stato vivido e fecondo, dalla tragedia greca a Shakespeare fino a Ibsen.
“Nella sua opera Freud usa continuamente la metafora teatrale, scrive che ogni notte quando chiude gli occhi si spalanca dentro di lui un sipario e arriva a chiamare il modo in cui sogniamo drammaturgia onirica – spiega Massini – nello spettacolo mostreremo il modo in cui nella notte le nostre voci di minoranza si fanno sentire attraverso i sogni, come una specie di Radio Londra clandestina che aggira la censura dell’Io.”
Lo spettacolo, prodotto da Teatro della Toscana, Teatro Stabile di Bolzano, Teatro di Roma, in collaborazione con il Piccolo Teatro di Milano, sarà arricchito dalle musiche di Enrico Fink, eseguite da Rachele Innocenti al violino, Damiano Terzoni alle chitarre e Saverio Zacchei al trombone e tastiere.
Sullo sfondo saranno proiettate le immagini di Walter Sardonini ispirate alle illustrazioni presenti proprio dentro “L’interpretazione dei sogni”: Freud infatti spesso chiedeva ai suoi pazienti di disegnare la loro attività onirica e molte delle loro creazioni vennero poi inserite nel suo saggio.