In occasione del Mese della Memoria dedicato alle vittime dell’Olocausto dal 17 al 29 gennaio 2023 andrà in scena al Teatro di Rifredi di Firenze il capolavoro di Fred Uhlman riadattato dal drammaturgo catalano Josep Maria Miró, tradotto e diretto da Angelo Savelli: “L’amico ritrovato”.
La storia narra la vicenda di un’amicizia, quell’amicizia che dovrebbe unire persone e popoli e che invece viene calpestata dai rovinosi razzismi e nazionalismi che hanno segnato il periodo più buio della nostra storia, il nazismo.
Lo spettacolo che il Teatro della Toscana offre ai giovani (e non solo) vede già oltre 2200 studentesse e studenti di tutta la Toscana prenotati per le matinée di gennaio.
Gli studenti delle scuole toscane potranno assistere allo spettacolo al Teatro di Rifredi nelle seguenti date: martedì 17 gennaio ore 10, mercoledì 18 gennaio ore 10, giovedì 19 gennaio ore 10 e ore 21, venerdì 20 gennaio ore 10 e ore 21, lunedì 23 gennaio ore 10, martedì 24 gennaio ore 10, mercoledì 25 gennaio ore 10, giovedì 26 gennaio ore 10, venerdì 27 gennaio ore 10.
Quattro le repliche anche serali (una in pomeridiana) proprio in concomitanza con il fine settimana del Giorno della Memoria: giovedì 26 gennaio ore 21, venerdì 27 gennaio ore 21, sabato 28 gennaio ore 21, domenica 29 gennaio ore 16:30.
“Sono molto contento – ha detto il presidente Eugenio Giani – di presentare uno spettacolo come “L’amico ritrovato” , la prima produzione del Teatro della Toscana dopo la fusione con il Teatro di Rifredi, operazione condotta e sviluppata dalla Regione. Ne vediamo qua i frutti: negli spazi di Rifredi ci viene proposto uno spettacolo che a gennaio, mese della memoria, dà ai più giovani un segnale forte. E’ la storia di un’amicizia funestata dall’odio razziale, le violenze del periodo nazista, che ci racconta l’orrore di quei tempi e la bellezza e la forza di un sentimento amicale tra due coetanei. Un’opera che lancia un messaggio ai nostri giovani e che onora la qualità del nostro teatro e del teatro della Toscana”.
“La scuola – ha detto l’assessora all’istruzione e alla memoria Alessandra Nardini – è il luogo dove si formano le cittadine e i cittadini del futuro ma anche il luogo che ci insegna a vivere il presente. E questo spettacolo è un legame stretto tra il mondo della cultura e la nostra scuola, in cui attraverso uno strumento potente come il teatro si affrontano tematiche fondamentali come la Memoria. Viviamo una fase molto complicata, ieri ci ha lasciato una delle ultime testimoni della strage di Sant’anna di Stazzema. Oggi siamo qua, e in una sorta di staffetta generazionale raccogliamo il testimone per far conoscere ai più giovani quello che è stato, gli anni più bui della nostra storia perché non si ripetano più. Come Regione siamo impegnati da sempre nella difesa, valorizzazione e promozione della Memoria, con il Treno che speriamo di poter riprendere presto, con il grande Meeting che ogni anno coinvolge tantissime studentesse e studenti della Toscana. Anche attraverso questo spettacolo rinnoviamo il nostro impegno”.
“Tenere viva la memoria di quel terribile crimine che fu la Shoah è importante per costruire un mondo migliore – afferma Tommaso Sacchi, presidente della Fondazione Teatro della Toscana. – È importante che, fin da giovani, le nostre ragazze e i nostri ragazzi imparino a vedere nell’altro innanzitutto l’essere umano, portatore di una dignità innata e titolare di diritti universali. In questa direzione va la scelta di aver prodotto L’amico ritrovato con la regia di Angelo Savelli e, dopo il successo al debutto al Teatro di Rifredi, di riproporlo a fine gennaio in occasione della settimana della Memoria, promossa dalla Regione Toscana. L’umanità – conclude il presidente Sacchi – esige che ciò che è avvenuto non accada più, in nessun luogo e in nessun tempo. È di enorme importanza che le nuove generazioni facciano proprio questo insegnamento nel modo più vivo e partecipato possibile, come solo il teatro sa fare, stimolando il dibattito, le domande, i “perché” indispensabili per la comprensione di quei tragici eventi”.
L’amico ritrovato di Fred Uhlman
Stoccarda, 1933. Due sedicenni frequentano la stessa scuola. Uno è figlio di un medico ebreo, l’altro è il rampollo di una ricca famiglia aristocratica. Nonostante le differenze di classe, di cultura e di carattere, tra i due nasce una profonda amicizia che però sarà messa a dura prova dalla spietata ascesa del nazismo. Si trovano, si perdono e poi si ritrovano; una “riunione” amara e liberatoria al tempo stesso.
Il romanzo L’amico ritrovato di Fred Uhlman è apparso nel 1971 negli Stati Uniti ed è poi stato pubblicato in tutto il mondo con unanime, travolgente successo, diventando anche un film diretto da Jerry Schatzberg.
Il drammaturgo catalano Josep Maria Miró ne ha realizzata un’efficace e toccante riduzione in un atto unico per tre attori, strutturata come una inarrestabile “ricerca del tempo perduto”, provocata nella coscienza del protagonista – ormai emigrato a New York – dall’arrivo di una inaspettata missiva.
Il regista Angelo Savelli ha ricreato per questo tuffo nel passato una sorta di “classe morta”, dove più vivi che mai sono proprio e solo i sentimenti dei due ragazzi; quei sentimenti resi ancor più vividi e toccanti dalle musiche originali composte dal giovane Federico Ciompi.
“Il giorno della memoria e la notte dell’oblio – ha detto il regista Angelo Savelli – Tra questi due opposti, uno luminoso (per quanto a volta doloroso) e l’altro oscuro (per quanto a volte ostentato alla luce del sole), ci dibattiamo in questa nostra imbelle contemporaneità. Dimenticare è facile, è soporifero, è tranquillizzante. Meglio rimuovere che fare i conti con le nostre a volte imbarazzanti radici. Ma il Teatro no! Un teatro pubblico, un teatro civile, un teatro tanto testimone della contemporaneità quanto guardiano dei valori fondanti della nostra libera società, non gira la testa, non chiude gli occhi. “Teatro specchio del mondo” diceva Shakespeare. Per questo abbiamo ritenuto opportuno portare in scena “L’amico ritrovato” e di proporlo a quelle giovani generazioni che rischino non solo di non ricordare ma addirittura di non sapere, di non conoscere quanta dolorosa fatica è costata la costruzione del mondo in cui vivono, esponendosi così al rischio di stupidi negazionismi e alle sirene di un tronfio neofascismo. E la scelta del romanzo di Uhlman ci è sembrata tanto più giusta in quanto parla proprio di giovani e parla di una cosa bellissima come l’Amicizia, fondamentale e naturale nella formazione dei giovani quanto difficile tra popoli e culture diverse. Questo è il sentimento – quello dell’Amicizia empatica ed inclusiva – che ci ha guidato nella messa in scena di questo spettacolo, dalla complice sintonia tra gli attori e le maestranze tutte, alla condivisione delle sottili scelte drammaturgiche e musicali, dalla comune coscienza di stare insieme non solo per compiere un lavoro ma anche per tenere accesa una luce, al comune disprezzo per l’antisemitismo, il razzismo e le guerre”.