Storie /L'INTERVISTA

Martinelli, la scienza su TikTok e la passione per la musica. “Quando la Carrà mi disse: Ma come fai a far tutto?”

La Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, poi i social e lo spettacolo. “Marcoilgiallino” racconta la sua carriera, dai laboratori al programma su RaiGulp “Il piccolo chimico” passando dalla mitica Raffaella nazionale. Progetti futuri? Una nuova canzone e una laurea in medicina

Sui social macina followers a colpi di esperimenti scientifici, su RaiGulp ha un programma per bambini e ragazzi in cui spiega la chimica come un gioco, poi la musica che lo ha portato su palchi importanti e che non abbandona. Scorri il curriculum e scopri che Marco Martinelli, 30 anni nato a Lucca ma cresciuto a Pisa, si è pure laureato con lode a 24 anni in Biotecnologie alla prestigiosa Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, dove tutt’ora lavora. Insomma è un ricercatore ma soprattutto, come lui stesso si definisce è un “divulgatore scientifico”. Mestiere duro perché tradurre in chiave popolare argomenti difficili senza nasconderne la complessità è cosa ardua, ma lui ci riesce, soprattutto con i più piccoli. “Ora sembra che tutto mi sia andato liscio – dice –  ma per cinque cose che adesso mi vanno bene ce ne sono state 350 che sono andate male, ho avuto tantissime porte in faccia, tantissimi no”, ma non ha mollato e ci ha creduto. I piedi li ha ben saldi in terra, insomma.

Sui social è Marcoilgiallino, termine coniato in un talent musicale. Su RaiGulp è il “piccolo chimico”, dal nome del programma di cui è autore. Per chi non è più adolescente forse se lo ricorda a “Forte Forte Forte” con la mitica Raffaella Carrà, che lo ha voluto più volte accanto a sé. Ha poi inciso con l’etichetta di Mariella Nava. Ne fa tante, troppe. Pochi giorni fa era su RaiUno con Amadeus nel programma Soliti ignoti con il suo immancabile camice. Lo raggiungiamo al telefono mentre è a Cagliari, dove partecipa a due eventi di divulgazione scientifica, di cui uno con un centinaio di ragazzi delle superiori.

 

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Marco, dai laboratori del Sant’Anna di Pisa a TikTok: un bel salto.

La Scuola Superiore Sant’Anna si porta dietro il bollino di qualità, ma anche una grande responsabilità quindi devi stare molto attento a cosa dici e a come lo dici. Io più che ricercatore sono un divulgatore e l’istituto per cui lavoro, grazie alla rettrice Sabina Nuti,  è stato lungimirante nell’investire tanto sulla comunicazione. La divulgazione è fondamentale per chiarire a tutti l’impatto della ricerca.

Che divulgatore ti definiresti?

Io cerco di portare allegria e positività, di lasciare un senso di serenità con la “scienza bella”: un pò il mondo degli unicorni e un po’ cartoon.

A chi ti ispiri?

Sui social penso a Dario Bressanini o a Barbascura. Credo che il divulgatore sia anche un po’ artista, c’è una parte di comunicazione che va al di là del contenuto che stai comunicando, serve carisma ed empatia. Il nonno di tutti noi resta comunque Piero Angela, a cui ci ispiriamo: siamo tutti suoi discepoli e lascia una eredità grandissima.

@marcoilgiallino Si può fare il bagno dopo mangiato? Assolutamente si 🙂 basta immergersi lentamente! #perte #mare #imparacontiktok ♬ suono originale – Marco Martinelli

 

Ora hai un tuo programma  “Il piccolo chimico” su RaiGulp, come è nata l’idea?

Ho voluto portare il format che ho su TikTok nella televisione per bambini e oggi sono l’autore del programma. Naturalmente sono pubblici diversi, target complementari e che in parte di sovrappongono. Su RaiGulp sono più piccoli, dai 7 anni in su, magari sui social un po’ più grandi. Parlo di cose piuttosto difficili, soprattutto su TikTok,  e mi piace anche non semplificare troppo. Serve per aiutare la comprensione, ma è importante far capire subito che dietro c’è una complessità, un mondo, altrimenti si finisce per credere alle baggianate.  La cosa interessante è che questo li incuriosisce ancora di più. Anzi sono loro stessi che poi fanno domande e si interessano.

La televisione ti sta dando più popolarità?

Il programma sta andando molto bene. Tieni presente che se vado a vedere le visualizzazioni sui social faccio da 500mila a un milione, su RaiGulp faccio 13mila ascoltatori a puntata: per la rete è tanto, ma rispetto ai numeri dei social è meno. È chiaro che la televisione però ti incorona e in un certo senso ti dà una credibilità aggiuntiva. Sono contento che la Rai abbia deciso di darmi questo spazio, ringrazio tantissimo la rete per questa opportunità perché sono stato uno strumento attraverso il quale facciamo un servizio pubblico di qualità.

Nel tuo futuro cosa c’è adesso?

Spero di continuare con “Il Piccolo Chimico” su RaiGulp e poi mi sono iscritto a Medicina. Ho fatto il test all’Università di Pisa e voglio prendere una seconda laurea.

 

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Perché?

Credo che mi completerà molto. Credo che ogni divulgatore debba avere un settore di competenza: io ho il biotech, ma mi piacerebbe anche accreditarmi e ampliare le mie conoscenze in ambito medico. Non andrò in corsia o a operare, ma non si sa come va la vita e potrei trovarmi presto in un laboratorio a fare ricerca.

Un bel messaggio che lanci a chi ti segue…

Sia chiaro, non voglio lanciare nessun messaggio perché nella vita ognuno fa quello che gli piace. L’unica cosa che mi sento di dire è: appassionatevi e fate cose che vi appassionano, così lavorare pesa meno. Naturalmente dipende dalla fortuna, che nella vita serve sempre, e dalle possibilità.

La musica non l’hai abbandonata, vero? E’ sempre stata un percorso parallelo nella tua vita.

No, non l’ho abbandonata. Nel 2009, quando facevo il concorso per entrare al Sant’Anna, ho fatto il provino di Amici, arrivai quasi in fondo, ma non entrai. Poi ho fatto i provini per X Factor e anche lì non entrai. Ho preso un sacco di porte in faccia insomma, ma fare provini e prendere un sacco “no” serve.

Non hai mollato.

No. Quello che si vede oggi sono le cose che mi sono andate liscie. Posso dire che me ne sono andate 350 male a fronte di 5 che sono andate bene. Ma non mi sono scoraggiato. Bisogna essere caparbi e rompere le scatole all’universo, perché le cose non ti piovono addosso. Se pensi al “Piccolo Chimico”, era un anno  che avevo scritto il format. L’ho proposto a tantissime persone e poi mi si apre una occasione su Raigulp e chiedo di parlare con il direttore di rete, prendo l’appuntamento ci vado e va in porto. Ci sono riuscito solo dopo un anno che rompevo le scatole a tutti. Crederci, senza prendersi tutto sul serio.

Torniamo allo spettacolo, anche lì tanti no, ma anche qualche successo.

Tante porte in faccia. Poi ho avuto la fortuna di incontrare Mariella Nava che mi ha sempre aiutato, ma non nel senso di raccomandarmi. Come faceva Raffaella Carrà che mi diceva: “Io non alzerò mai il telefono per dire di prenderti perché se lo faccio ti porterai sempre dietro lo stigma di essere uno raccomondato da me”.

Hai conosciuto Raffaella Carrà a “Forte Forte Forte”, che ricordi hai di lei?

Fantastica, mi ha aiutato molto. Il nostro rapporto è nato soprattutto dopo il programma, mi ha invitato spesso da lei e mi dava sempre consigli. Soprattutto quello di parlare piano, diceva: “Te parli a macchinetta, la gente non ti capisce con queste cose scientifiche”. E poi non si spiegava proprio come io cantassi bene e poi facessi anche lo scienziato, non riusciva a inquadrami bene (ride, ndr). Una volta, quando c’era anche Renato Zero, gli disse: “Lui è un cantante, però è anche uno scienziato. Guarda non te lo so spiegare bene”. Lei però mi ha sempre spinto a mostrare questo lato di me.

Stai lavorando alla tua musica?

Uscirò con una nuova canzone, non so quando. Se dovessero rinnovarci poi sul “Piccolo Chimico” su RaiGulp vorrei anche capire se possiamo trasformarlo in qualcosa di diverso. Qualcosa che mi permetta di andare in giro nelle scuole, oppure uno spettacolo itinerante dove non c’è solo scienza ma anche una parte di show vero e proprio, con canto e ballo.

Hai collaborato anche con la Regione?

Sì, con il Consiglio regionale della Toscanaper il Premio Innovazione. L’ho fatto molto volentieri perché credo che gli enti pubblici in generale dovrebbero sfruttare di più le capacità di tanti giovani creatori di contenuti e divulgatori per promuovere attività e territori. Il mondo passa anche dai social ormai, prima ne prendiamo atto e meglio è.

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