Tecniche tessili e scarti di produzione restituiti a vita nuova: diventano capi di abbigliamento grazie al lavoro di artigiani e soggetti svantaggiati. La missione di Manusa, cooperativa sociale di Pistoia costituita dieci anni fa, sa coniugare artigianato tessile e valori etici e sociali.
Manusa, la sfida del recupero
Il motto di Manusa ben si riassume nelle parole: “Riparare è una sfida creativa”. Così chili e chili di tessuti, maglieria e filati, rimanenze di produzione diventano un’occasione di riscatto per chi vive ai margini e l’esempio di un ciclo virtuoso ecofriendly.
Per il decennale presenta ‘Ri-maglia‘, la collezione invernale di Manusa. “L’occasione – spiega Alice Cappelli di Manusa – dopo gli anni difficili della pandemia, di riprendere contatti con il territorio e farci conoscere il più possibile. Vogliamo lanciare l’idea di trasformare il nostro laboratorio in un vero e proprio punto vendita aperto al pubblico“.
Nata nel 2012 sul concetto di ‘circular economy‘, Manusa punta al recupero di tecniche artigianali tessili tipiche: si va dal lavoro ai ferri all’uncinetto, dal ricamo alla maglieria artigianale al rammendo. Il resto di quella che appare una magia avviene con il recupero di materiali tessili di scarto.
Inclusività e artigianato con Manusa
La cooperativa Manusa crea quindi prodotti dal design contemporaneo. Capi di abbigliamento che rappresentano percorsi di riscatto sociale, di integrazione e di terapia. Nella cooperativa lavorano persone con fragilità e disabilità e con problemi di inclusione sociale.
In Manusa questi soggetti hanno il modo di [makr]scoprire la bellezza del saper fare e della creatività, ma anche dell’ascolto e dell’accoglienza[/mark]. Un percorso nel segno dell’inclusione e della sostenibilità. Il risultato è una piccola realtà produttiva di abbigliamento, accessori e oggetti di arredamento. Attraverso questa attività, denominata ‘Manusa KnitLab’, la cooperativa ha creato opportunità anche per persone che difficilmente si sarebbero collocate nel mondo del lavoro.
Per Fabrizia Fagnoni, viceresidente di Confcooperative Toscana Nord Manusa “è una realtà che porta al centro della città la ‘cultura del bello’, intesa sia come produzione di capi di abbigliamento artigianali di alta qualità, ma anche come cultura dell’accoglienza e dell’aiuto al prossimo“.
La Toscana non è nuova a progetti di economia circolare nell’ambito del tessile, alcuni hanno fatto strada come Rifò, ma ora punta sempre di più anche sugli aspetti legati all’inclusività.