Nel 2013 è stato insignito del titolo di “Giusto tra le Nazioni” e decorato con la Medaglia d’Oro al Valor Civile per aver trasportato per mesi, nascosti nel telaio della sua bicicletta, documenti che avrebbero permesso la fuga all’estero di molte persone che altrimenti avrebbero vissuto l’orrore dei campi di concentramento.
Stiamo parlando di Gino Bartali che oltre ad aver scritto pagine memorabili della storia del ciclismo mondiale è stato anche protagonista di un’incredibile storia di solidarietà e altruismo.
A Firenze c’è un affetto particolare per questo uomo che ha vissuto tanti anni in Piazza Elia dalla Costa, al centro del quartiere di Gavinana.
In suo onore mercoledì 19 novembre sarà installata una statua del “Ginettaccio” in piazza Bartali a Firenze luogo scelto non a caso in quanto sede del Memoriale di Auschwitz, del monumento ai caduti di Pian d’albero e dell’area ludica di Piazza Elia dalla Costa dedicata al piccolo Aronne Cavicchi impiccato a soli 12 anni dai nazisti.
Il Sindaco di Firenze Dario Nardella ha dichiarato: “Era un fenomeno, un campione assoluto. E su questo nessuno ha mai dubitato, neanche i tifosi di Fausto Coppi, il suo grande rivale. Ma solo molti anni dopo il suo ritiro si è scoperto che Gino Bartali è stato anche un eroe. Sì, perché durante la guerra Bartali si adoperò per trasportare documenti segreti da Firenze alla basilica inferiore di S. Francesco in Assisi. Quelle carte, nascoste nel telaio e nella canna della bicicletta, sarebbero servite a fornire una nuova identità agli ebrei e a salvarli dai persecutori. Bartali è stato una specie di Oskar Schindler italiano, e la sua lista vale molto di più di tutti gli ordini d’arrivo delle corse che lo videro trionfatore, i 3 Giri d’Italia, i 2 Tour de France. La sua storia dimostra che la bellezza dello sport non può prescindere da un profondo senso di umanità. Contano le persone, molto più delle vittorie. E questo noi vogliamo onorare”.
La statua di Gino Bartali
La statua di Gino Bartali che sarà installata a Firenze ha una storia particolare.
Durante i Mondiali di ciclismo 2013 fu esposta al Mandela Forum un’opera in gesso di Silviano Porcinai che lo ritraeva.
In quella occasione l’allora CT della nazionale di ciclismo Alfredo Martini ammirò con le autorità fiorentine l’opera con l’augurio di vedere presto la sua fusione in bronzo collocata in qualche piazza fiorentina.
Silvano Porcinai, artista di fama internazionale e socio del Gruppo Donatello, in onore al grande ciclista e al grande uomo che era Gino, ha donato la sua opera alla S.S. Aquila, storica società ciclistica fiorentina del Q.3 a cui Gino Bartali era fortemente legato.
E’ stata così realizzata la fusione in bronzo presso la Fonderia Cigli e Carrai di Cascine del Riccio che poggerà su una base di corten.
Ad aver promosso e coordinato formalmente l’iniziativa sulla statua di Gino Bartali è la Federazione Ciclistica Italiana (FCI) attraverso il Comitato regionale Toscana (CRT), insieme alle tre storiche società sportive ciclistiche di Firenze che sono S.S. Aquila, A.S. Aurora e Itala ciclismo 1907 e ovviamente con collaborazione del Quartiere 3 del Comune di Firenze, fondatore dell’iniziativa.
Questi soggetti si sono fatti promotori della ricerca dei fondi e degli sponsor necessari a coprire le spese occorrenti alla realizzazione dell’opera.
Mancano però ancora 6.000 euro per arrivare alla cifra che occorre per completare il progetto. Al fine di recuperare questi fondi è stata lanciata una campagna di crowdfunding sulla piattaforma Eppela con WikiPedro Ambassador del progetto.
Le donazioni si effettuano al link http://eppela.com/unastatuaperginobartali
“Noi familiari abbiamo fin dal principio sostenuto il progetto della statua e ne promuoveremo l’iniziativa in quanto riteniamo che Gino Bartali sia stato, non solo un illustre fiorentino degno di riconoscimento, ma che sia tutt’oggi un alto esempio di umanità, coraggio, rigore morale e altruismo per la nostra società – afferma Lisa Bartali, nipote del grande Gino-. Di fatto, da alcuni anni, le sue imprese di salvataggio durante la Seconda Guerra Mondiale, insieme ovviamente alle sue vittorie sportive, si studiano sui banchi si scuola; i giovani, dai più piccoli agli studenti liceali, sono entusiasti di riscoprire la vita di questo campione davvero intramontabile, che mise il suo talento come ciclista, nonché la sua popolarità, al servizio del prossimo, così contribuendo a salvare tanti uomini e bambini destinati ai campi di concentramento. Mio nonno era una persona umile e non voleva per sé monumenti, ma come lui stesso disse, voglio in mio nome solo su opere di bene. Credo che questa statua sia un grande bene per la comunità fiorentina e una fonte di ispirazione per tutti i giovani. Invitiamo il rione di Gavinana e tutti gli ammiratori di Ginettaccio ad aderire all’iniziativa per ultimare la statua tramite la raccolta fondi, un piccolo gesto per un grande uomo.- conclude Lisa Bartali.