Al circuito delle librerie indipendenti fiorentine da oggi si aggiunge anche la Libreria Malaparte che ha aperto le sue porte in via dell’Agnolo, 30 rosso.
L’idea nasce dallo scrittore Francesco Nicosia e la traduttrice e consulente editoriale Chiara Baffa che vengono da una precedente esperienza con la Libreria Colapesce a Messina e ancora prima nel 2013 con la libreria itinerante che si chiamava “Pianissimo libri sulla strada”, un furgone strapieno di libri con cui Francesco ha girato tutta la Sicilia portando i libri nei piccoli paesi.
I due sono arrivati a Firenze sette anni fa e hanno subito cercato di capire se potevano proseguire la loro attività nella vendita dei libri, per stare a contatto con le persone.
Il nome della libreria “Malaparte” viene da uno scrittore toscano famoso per la sua irriverenza e il simbolo scelto è quello di un mostro marino a sottolineare la voglia di essere migliori, per non sentirsi mai arrivati nella vita.
“Volevo fare qualcosa qua a Firenze – ci racconta Francesco Nicosia – volevo sentirmi parte di una comunità. Tutti e due abbiamo pensato che fosse giusto investire i nostri soldi in questa libreria”.
Qual è secondo te la differenza principale tra una libreria “normale” e una libreria indipendente?
Rispetto a una libreria molto grande la differenza è la necessità e possibilità di selezionare, nel senso che noi non subiamo l’arrivo dei libri in libreria ma li scegliamo. Non accogliamo cioè tutte le novità sul mercato. È come la differenza tra quelle pizzerie che hanno 100 pizze e quelle che ne hanno solo 7. Di solito io vado in quelle che ne hanno 7 perchè sono sicuro che gli ingredienti sono freschi, che hanno scelto le pizze più buone. Di solito in quelle che hanno 100 pizze è difficile che tutti gli ingredienti siano buoni. L’editoria sta imparando molto dal mondo del cibo che ha saputo fare pulizia rispetto alla qualità. Questo ci caratterizza: avere una pulizia dello guardo rispetto ai libri che secondo noi sono di valore. Una libreria indipendente è questo: una libreria di selezione, di consiglio, di scelta.
I libri non sono oggetti normali, sono delle merci, è vero, però ti insegnano ad aver coraggio, a fare qualche pazzia come aprire una libreria, e a saper ascoltare gli altri
Questo è quello che vi differenzia anche dallo strapotere di Amazon un po’ la “bestia nera” di ogni libraio
Grazie alla legge sul libro per fortuna Amazon non può più fare il 15% di sconto e può fare solo il 5%, questo ha un po’ ridotto il loro potere d’acquisto. Amazon ovviamente è un grosso mostro ma io non demonizzo niente o nessuno anche perchè per chi vive in un piccolo paese senza un libreria Amazon è l’unico modo per farsi recapitare un libro. In quel senso Amazon può diventare anche uno strumento. Le librerie sono una cosa molto diversa, sono dei presidi in cui le persone entrano e c’è una relazione umana, i lettori consigliano libri ai librai, c’è uno scambio. La cultura è scambio, le librerie diventano presidi culturali solo se noi ascoltiamo i clienti. I libri possono creare anche relazioni umane, io spero che siano questo.
Immagino che in quanto presidio culturale organizzerete anche eventi per portare persone in libreria, cosa c’è in programma?
Abbiamo chiesto ad alcuni autori che ci piacciono di venire a trovarci, ma adotteremo la forma del reading non della presentazione. Proveremo a parlare di libri semplicemente leggendoli. Siamo in una fase di incubazione, pensiamo di fare dei laboratori di lettura, scrittura o fumetto per ragazzi.
Come sono andati i primi giorni di apertura, le persone sono incuriosite da voi?
Abbiamo fatto l’inaugurazione da poco e sono venute tantissime persone, molto più di quelle che pensavamo, quindi siamo contentissimi. Ora comincia il lavoro quotidiano, la differenza la fanno i sorrisi, l’accoglienza, l’ascolto reciproco. I libri non sono oggetti normali, sono delle merci, è vero, però ti insegnano ad aver coraggio, a fare qualche pazzia come aprire una libreria, e a saper ascoltare gli altri, cercare di essere meglio di quello che si è. I libri ci aiutano, tracciano la strada.
I libri cambiano la vita?
I libri mi hanno cambiato la vita tre o quattro volte, ma non solo leggerli, proprio fisicamente. Non ci posso ancora credere che sono a Firenze e ho aperto una libreria qua. Dieci anni fa ero in un piccolo paesino di 600 abitanti a Montedora in provincia di Caltanissetta, avevo appena lasciato il lavoro e non sapevo cos’avrei fatto nella vita. Ogni volta che sono in crisi i libri mi soccorrono. Grazie ai libri ci siamo conosciuti io e Chiara.