2000 metri quadrati di superficie, 450 opere (a cui si aggiungono circa 2000 merletti) distribuite su 3 piani, 40 persone all’opera per un totale di 6 mesi di lavoro . Questi sono i numeri di Palazzo Davanzati, parte integrante del gruppo statale dei Musei del Bargello, che riapre al pubblico il 24 settembre 2022 dopo mesi di intenso lavoro.
Il museo, che con i suoi quasi sette secoli di vita è tra i più antichi e meglio conservati edifici medioevali della città di Firenze, è chiuso dal 23 marzo e grazie ai lavori svolti è stato completamente riallestito e rinnovato pur mantenendo intatto il fascino di antica dimora fiorentina come era stato pensato alla sua nascita .
“Il Davanzati è il museo per eccellenza che esemplifica non soltanto il ruolo chiave degli antiquari e collezionisti attivi a Firenze tra fino Ottocento e primo Novecento nel diffonderne l’idea di Medioevo e Rinascimento fiorentino in Italia e nel mondo, ma anche l’impegno dello Stato italiano dal dopoguerra a oggi nel tutelare e rendere fruibile uno dei rari esempi di casa torre trecentesca e di museo dedicato alla vita privata a Firenze dal Trecento alla fine del Cinquecento – ha spiegato Paola D’Agostino, direttore dei Musei del Bargello.
Il nuovo allestimento
L’allestimento di Palazzo Davanzati non veniva modificato dal 2009, oggi grazie a grazie a due finanziamenti straordinari del Ministero della Cultura di cui 500mila euro destinati al riallestimento e alla messa in sicurezza delle sale e 90mila euro per il nuovo allestimento e una nuova illuminazione nella Sala dei Merletti , il museo riapre più unico che mai.
Negli ultimi tre anni infatti, grazie al lungo lavoro di ricerca da parte del curatore del museo Daniele Rapino, sono state selezionate nuove opere da esporre alcune per la prima volta visibili al pubblico e in prestito temporaneo dai depositi del Museo Nazionale del Bargello .
“L’idea che mi ha guidato nel nuovo allestimento del Museo di Palazzo Davanzati è stata quella di offrire un’esperienza di visita rinnovata, rendendo il percorso didatticamente più fluido e più comprensibile l’approccio a ciò che il palazzo rappresenta, ovvero l’esempio più fedele alla realtà di una dimora fiorentina di epoca rinascimentale. Il lavoro è stato soprattutto un riordino della collezione esistente, scandita in ordine temporale, integrata con straordinari capolavori provenienti dai depositi del Museo Nazionale del Bargello”, ha spiegato il responsabile del Museo Daniele Rapino.
Una particolare attenzione, nel corso del lavoro di riallestimento, è stata dedicata alle nuove generazioni di studenti che potranno apprezzare il nuovo percorso espositivo dove l’evoluzione degli stili e della moda abitativa è didatticamente semplificata e al contempo meglio esplicitata, anche con l’ausilio di supporti audiovisivi e pannelli esplicativi.
Grande rilevanza, nell’economia dei lavori, è stata data anche all’aspetto illuminotecnico di tutto il museo. Sia per ragioni conservative che per ragioni legate al risparmio energetico, è stata sostituita la gran parte dei corpi illuminanti che sviluppavano molto calore e consumavano molta energia, con corpi illuminanti a LED, migliorando al contempo la fruizione degli ambienti e delle opere esposte.
Palazzo Davanzati, le origini
Il Palazzo fu fatto costruire dalla famiglia Davizzi nella prima metà del Trecento e nel 1558 passò alla famiglia Davanzati: esso segna il passaggio dalla casa torre medievale alla casa mercantile, in uno sviluppo verticale su quattro livelli più il piano terra. Elia Volpi, mercante d’arte e antiquario, agli inizi del ‘900, recuperò il Palazzo nel suo aspetto originario destinandolo a rappresentare la fiorentinità abitativa in epoca rinascimentale, seppur parziale e incompleta. Il medesimo intento guidò Luciano Berti quando, nel 1956, inaugurò questo museo arredandolo con oggetti provenienti dalle collezioni fiorentine, arricchite successivamente con acquisti e donazioni. Senza in alcun modo venir meno a queste idee primigenie oggi è stato effettuato un lavoro di riordino della collezione presente integrata, quanto più possibile, con un nucleo di opere in prestito temporaneo dalle collezioni e dai depositi del Museo Nazionale del Bargello. Questi ultimi oggetti di grande valore storico-artistico sono stati scelti per la loro relazione temporale e culturale, non solo con le opere più rappresentative già presenti nel museo, ma anche con l’edificazione e le epoche più significative vissute dagli abitanti del Palazzo.
Cosa dovrà aspettarsi il visitatore?
All’interno dei celebri ambienti del Palazzo, dalla sala dei Pappagalli alla Camera dei Pavoni fino alla camera con le storie tratte dalla leggenda medievale della Castellana di Vergi, accanto ad opere d’arte di Antonio Rossellino, Lorenzo Ghiberti, Maestro di Serumido, Jacopo del Sellaio, Mariotto di Nardo, si fanno spazio alcuni dei fiori all’occhiello del nuovo allestimento suddiviso per epoca . Al primo piano si trovano opere e arredi del Trecento e Quattrocento, al secondo opere e arredi dal Cinquecento al Settecento, mentre il terzo piano accoglie la nuova sala dedicata ai merletti e ricami, una sala dedicata all’arte quattrocentesca fiorentina e la sempre affascinante cucina.
Nella cosiddetta Camera delle Impannate, hanno finalmente trovato nuova sistemazione i cosiddetti Trionfi, derivanti dal poema di Francesco Petrarca e dipinti da Giovanni di Ser Giovanni, detto Lo Scheggia, fratello minore di Masaccio.
I quattro dipinti su tavola ricurva, di rara bellezza, realizzati intorno alla metà del Quattrocento e sulla cui destinazione d’uso gli studiosi continuano a interrogarsi, sono stati posizionati in un ambiente più grande e arioso, ad un’altezza consona, per consentire al visitatore di apprezzarne al meglio l’unicità.
Nuova vita (e nuova collocazione) anche per la cosiddetta Coperta Guicciardini, capolavoro tessile del Trecento che dopo più di 30 anni, a parte una breve parentesi nel 2010, torna ad essere visibile al pubblico. A compendio della Coperta Guicciardini è stato inoltre realizzato un video dedicato ai giovanissimi, reso possibile grazie al finanziamento di Fondazione CR Firenze, che meglio illustrerà il significato delle scene ricamate sull’opera d’arte in tessuto.
Restaurato e nuovamente restituito alla fruizione del pubblico anche il bellissimo Armario, risalente al 1530. Questo raro mobile dipinto a grottesche, realizzato in ambito senese nella prima metà de XV secolo, era destinato alla custodia di armi come indicano le iscrizioni a lettere capitali sull’architrave.
Le novità
Da sempre vanto la collezione di merletti, ricami e disegni per tessili (con ben 2000 pezzi provenienti da donazioni e acquisti dello Stato che vanno dal 1600 al 1900 secolo), tra le più importanti d’Italia, sono stati oggetto di una manutenzione conservativa e hanno trovato posto in una nuova sala espositiva, intesa a valorizzare maggiormente le preziosità e le eleganze di questi prodotti manifatturieri.
Una novità assoluta sono le immagini che scorrono su una parete delle nuove salette dedicate a Elia Volpi che mostrano il Palazzo nei primi anni del Novecento, con gli arredi raccolti dall’antiquario e alienati con un successo memorabile nelle aste del 1916 e del 1917 a New York . Completano le salette alcune opere pittoriche e grafiche che il Volpi realizzò quando cercava di farsi strada come pittore, alcuni mobili e un’inedita scultura già di sua proprietà, oltre a oggetti appartenenti a lui e ai suoi familiari.