A cinquant’anni di distanza dalla memorabile mostra al Forte Belvedere del 1972, in occasione della Florence Art Week Henry Moore torna a Firenze.
La città rende omaggio al maestro inglese con un progetto realizzato grazie alla rinnovata collaborazione con la Henry Moore Foundation e la BIAF – Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze.
“Henry Moore in Florence” curata da Sebastiano Barassi, Head of Collections and Exhibitions della Henry Moore Foundation e da Sergio Risaliti, Direttore del Museo Novecento, porta due opere monumentali a Firenze.
Dal 16 settembre 2022 al 31 marzo 2023 “Large Interior Form” e “Family Group” saranno esposte rispettivamente in due luoghi simbolo della città: Piazza della Signoria ed eccezionalmente il sagrato dell’Abbazia di San Miniato al Monte, in dialogo con il patrimonio storico-artistico di Firenze.
Quella tra Henry Moore e l’Italia è un’amicizia di vecchia data che iniziò con la rivelazione giovanile dei maestri del Rinascimento italiano e dei primitivi toscani, passando per le partecipazioni alle Biennali di Venezia, il Gran Premio Internazionale per la Scultura del ’48, i soggiorni in Versilia dagli anni ’50 e le grandi mostre organizzate a Roma, Spoleto e Firenze negli anni ’60 e ’70, che ne consacrarono la fama agli occhi del pubblico nostrano.
Il viaggio studio compiuto nel 1925 tra la Francia, l’Italia e la Germania segnò l’inizio di questo lungo rapporto e rappresentò per Moore una vera e propria rivelazione.
L’osservazione dal vivo dei capolavori dei maestri toscani del Trecento e del Quattrocento lo accompagneranno a lungo e guideranno la sua formazione artistica insieme allo studio della scultura primitivista ed extraeuropea scoperta al British Museum di Londra, delle avanguardie storiche, di Brancusi e Picasso.
Henry Moore iniziò a sviluppare Family Group nel 1934, quando l’architetto Walter Gropius gli chiese di realizzare una scultura per una nuova scuola. L’opera fu completata solo dopo la seconda guerra mondiale, a cavallo tra il 1948-49, quando fu installata presso la Barclay School di Stevenage, in Inghilterra.
L’interesse per la figura umana, divenuto centrale in larga parte della sua produzione, fu maturato in seguito ai tragici eventi bellici che avevano sconvolto il mondo, con la volontà di contrastare gli effetti disumanizzanti della guerra. Family Group ispirata metaforicamente dalla nascita nel 1946 dell’unica figlia dell’artista, Mary ritrae un nucleo familiare idealizzato, in cui due adulti si rispecchiano l’uno nell’altro mentre l’infante, perno della composizione, li lega formando un nodo centrale.
Pochi anni più tardi, Moore cominciò a lavorare su un altro tema, il contrasto tra il pieno e il vuoto. Con Large Interior Form l’artista indaga a livello formale le relazioni scultoree, presentando una forma entro l’altra.
La scultura, infatti, vide la luce come “forma interna” di un’opera più grande, Large Upright Internal/External Form, dello stesso anno.
La torsione e l’asimmetria della forma eretta ricordano il contrapposto della scultura classica, un’eco forse della grande influenza che l’arte rinascimentale ebbe su Moore nel corso della sua carriera.