Un cuoco toscano al campionato del mondo di cous cous. Chef Shady Hasbun è stato invitato per gareggiare alla 25esima edizione del “Cous Cous Fest”. L’evento, ospitato a San Vito Lo Capo, si svolge tra giovedì 22 e sabato 24 settembre.
Otto cuochi di otto diversi Paesi si confronteranno ai fornelli nella preparazione di una ricetta a base di cous cous. Il piatto sarà poi valutato da una giuria tecnica per arrivare a individuare il nuovo campione del mondo. Chef Shady sarà in gara per la Palestina, terra d’origine di suo padre dove ha trascorso alcuni anni dell’infanzia. La sua ricetta si propone di raccontarne la gastronomia, i sapori e i profumi più tipici.
Eppure Chef Shady è molto più toscano di quanto si possa pensare: è nato a Firenze, la sua mamma è grossetana. Dopo l’infanzia trascorsa in Palestina, a undici va a vivere a Massa Marittima. Studia prima a Grosseto, poi a Pisa fino a quando non capisce che la cucina è la sua strada.
L’arrivo ad Arezzo e l’apertura del ristorante “Le Rotte Ghiotte“, chiuso poi nel 2016, sono solo un’ulteriore tappa della sua carriera. Negli anni è docente di cucina in alcuni istituti professionali e volto noto in tv di tanti programmi tra cui “La prova del cuoco“.
Nella sua cucina le due anime, toscana e mediorientale, convivono e spesso danno luogo a piatti nel segno della contaminazione. Un assaggio di questa sua abilità si avrà anche ai campionati del mondo di cous cous. “Il cous cous che voleva essere un falafel” è il piatto che chef Shady presenterà. Una ricetta dove pesca a piene mani nei ricordi d’infanzia in Palestina.
La ricetta verrà presentata per la prima volta venerdì 23 settembre nella sfida contro la collega Lola Macaroff dell’Argentina. Il vincitore di questo confronto conquisterà l’accesso alla finale del giorno successivo. Per chef Shady si tratta della terza partecipazione ai campionati del mondo di cous cous.
“Il campionato del mondo di cous cous – commenta chef Shady – configura un’importante opportunità di confronto e di arricchimento professionale, attraverso lo scambio con tanti colleghi da più Paesi. Oltre alla gara, è un evento particolare: fa incontrare mondi diversi e unisce il buon cibo, il divertimento e le emozioni. La mia ricetta è un inno ai sapori e alle tradizioni della Palestina. Mi sono ispirato ai piatti che hanno caratterizzato la mia infanzia. Piatti che, in generale, caratterizzano una tradizione culinaria millenaria”.
