L’economia toscana tiene a dispetto dell’inflazione e del caro prezzi, della guerra in Ucraina e del Covid. La regione si dimostra più dinamica e resiliente del contesto nazionale ma la previsioni di crescita per l’anno nuovo si annunciano ad oggi modeste. La buona notizia è che il rischio recessione, al momento, è escluso.
Luci e ombre nel rapporto sulla congiuntura economica toscana relativa ai primi mesi del 2022. Lo studio è stato presentato da Irpet a Palazzo Strozzi Sacrati. Fondamentale sul futuro economico della regione gli sviluppi a livello internazionale anche se un certo dinamismo dell’economia toscana e la sua capacità di intercettare la ripresa nel turismo e nel commercio fa be sperare.
“Molto dipenderà dall’evoluzione del conflitto fra Russia ed Ucraina – si legge nel rapporto – che influenza l’andamento degli approvvigionamenti delle materie prime e la dinamica dei prezzi”, “i prezzi alla produzione e al consumo corrono verso l’alto, erodendo il potere d’acquisto delle famiglie e inasprendo i costi per le imprese” e “la situazione internazionale è caratterizzata da forti tensioni”. A dispetto di un quadro per certi aspetti problematico “la Toscana, come il resto del Paese, è tornata ai livelli produttivi e occupazionali che precedono l’ondata pandemica” si legge nel rapporto.
La congiuntura evidenzia che produzione industriale, turismo, export e mercato del lavoro mostrano una capacità di tenuta agli eventi avversi superiore alle attese, dato che permette di guardare al futuro con la giusta dose di cautela, ma senza essere troppo disfattisti.
Soddisfatto dai dati il presidente della Regione Toscana, che ha illustrato la congiuntura insieme al Direttore di Irpet Nicola Sciclone ed al presidente del Comitato indirizzo e controllo di Irpet Mauro Quercioli.
I relatori hanno sottolineato come la Toscana sia stata una delle regioni ‘di traino’ anche dell’economia italiana, grazie soprattutto alla capacità di reazione della Toscana, al turismo, alla cultura, all’export ed alle caratteristiche del suo tessuto produttivo. La vasta rete di piccole e medie imprese, capaci di leggerezza e di flessibilità oltre che di grande qualità, è di sicuro un vantaggio.
Tirano il legno, l’elettronica e il food
In termini di produzione industriale, secondo l’Irpet in Toscana sono stati recuperati valori pre-pandemici: a maggio un +0,4% rispetto al valore osservato a gennaio 2020. Mentre la moda (-4,3%) registra comunque un ritardo nella ripresa, l’industria del legno registra un +21%, la lavorazione dei prodotti minerali non metalliferi +10,4%, la fabbricazione di apparecchi elettronici e ottici e computer +9,4% e le industrie alimentari e del tabacco +3,9%.
L’industria regionale favorita dall’export, cresciuto del 12% nel primo trimestre 2022 rispetto al medesimo trimestre 2021. Si tratta di un dato favorevole, superiore al periodo che precede la pandemia (23% in più rispetto al medesimo periodo 2019).
In ripresa il mercato del lavoro da gennaio a maggio 2022 con un superamento (+15mila) delle posizioni occupazionali alle dipendenze prima della pandemia, sebbene la crescita sia trainata dal lavoro a termine.
Su i prezzi, giù il potere d’acquisto
E’ il fenomeno del caro vita a essere oggetto di attento monitoraggio e a destare qualche preoccupazione soprattutto per il diminuito potere di acquisto delle famiglie. Per l’Irpet, i prezzi al consumo a giugno hanno registrato +8% su giugno 2021.
L’aumento dei prezzi ha ridotto del 14,8% il potere d’acquisto del reddito delle famiglie più povere mentre l’incidenza su quelle più ricche è poco più di un terzo (3,4%).
Nel primo semestre del 2022 l’inflazione è cresciuta in media del +6% ed ha sottratto alle famiglie toscane circa 163 euro al mese (978 euro nei primi sei mesi) di potere d’acquisto.
Se il tasso di crescita dei prezzi registrato nel primo semestre persisterà tutto l’anno, a fine 2022 le famiglie toscane a parità di consumi dovranno sborsare 1.955 euro in più rispetto al 2021 per l’acquisto di beni di consumo (2.460 euro se l’inflazione resterà ai livelli del mese di luglio).
Il ruolo di Its e centri per l’impiego
Il presidente della Regione Toscana ha ricordato la capacità di ripresa economica della Toscana, ponendo l’accento sul mercato del lavoro e sulla formazione professionale. Il governatore ha sottolineato come talvolta la crescita delle imprese è frenata proprio dal personale che ci sarebbe ma che non ha la professionalità adeguata.
Da qui l’importanza dello sviluppo degli Its e le attente politiche attive del lavoro portate avanti. Fondamentale il ruolo svolto dai 53 centri per l’impiego nel leggere il territorio, e indirizzare le politiche di formazione per il personale.