Sono tornate dopo due anni di stop causa pandemia. Le Cene Galeotte sono ripartite da dove si erano fermate a dicembre 2019. Ecco perché in cucina è stata chiamata di nuovo Luisanna Messeri, la cuoca pop della tv. Era stata lei a preparare “l’ultima cena” prima dello stop imposto dal Covid. Sempre lei è stata a guidare una brigata composta da trenta detenuti del Carcere di Volterra.
Già perché da sempre le cene sono un’occasione preziosa per i detenuti di avvicinarsi alla grande cucina, sognando un futuro ai fornelli dopo il fine pena. Uno dei tanti percorsi rieducativi proposti ai carcerati per intraprendere nuove strade professionali.
Per il primo appuntamento del 2022 circa 160 gli ospiti seduti a tavola. Pronti, con la loro partecipazione, a contribuire alla salute del Pianeta Terra. I fondi raccolti sono stati destinati per la piantumazione di nuovi alberi a Volterra.
Un piccolo ma significativo sforzo, come ha sottolineato l’altro ospite della serata Stefano Mancuso, direttore del laboratorio di Neurobiologia Vegetale all’Università di Firenze, per far fronte alla necessità di più alberi per contrastare il cambiamento climatico.
Cene Galeotte: numeri e appuntamenti
Oltre 16mila presenze dal 2006, nel Carcere di Volterra per partecipare alle “Cene galeotte”. Il progetto ideato dalla direzione della stessa Casa di reclusione e realizzato in collaborazione con Unicoop Firenze e la Fondazione Il Cuore si scioglie. Da segnalare la collaborazione per l’organizzazione del Teatro Puccini.
“La cena galeotta di questo 5 agosto affronta un tema inconsueto per la tradizione delle classiche raccolte fondi solidaristiche legate a questa esperienza, ma è quanto mai attuale – sottolineano da Unicoop Firenze – . I cambiamenti climatici sono l’emergenza più grave che l’umanità si trovi davanti: solo sensibilizzando la comunità sull’importanza del rispetto dell’ambiente e contribuendo a piantare sempre più alberi possiamo cercare di contrastarla. Ringraziamo di cuore la direzione del carcere che rende possibili questi momenti di incontro, integrazione e inclusione”.
Maria Grazia Giampiccolo, direttrice della casa di reclusione di Volterra ha sottolineato il “grande entusiasmo da parte di tutta la struttura e dei detenuti coinvolti: le cene galeotte hanno sempre avuto questo valore forte di aprire le porte del carcere per farlo diventare un luogo di inclusione, in questo caso anche di riflessione su cosa ognuno può fare per un futuro sostenibile e per migliorare l’ambiente in cui si troveranno gli ospiti del carcere alla fine del periodo di detenzione”.
Per la cena galeotta Luisanna Messeri ha scelto “un menu semplice e sostenibile, che parte dalla qualità delle materie prime e da una spesa fatta bene. Il resto, ad esempio il non spreco, viene da sé, perché le cose buone non avanzano. Cucinare per i detenuti rappresenta la possibilità di rimettersi in gioco e una opportunità di condivisione, fra loro e con gli ospiti della cena. Stare insieme nello spazio della cucina è anche in famiglia il miglior modo per “ricostruirsi” ed è proprio davanti ai fornelli che ci si può ripensare, anche reinventandosi come hanno fatto decine di persone che dopo il carcere hanno trovato un lavoro nei ristoranti della zona”.
Confermata anche per quest’anno la collaborazione con la Fisar delegazione storica di Volterra. Flavio Nuti, delegato Fisar di Volterra ha ribadito l’impegno di “contribuire al progetto fornendo le etichette dei produttori del territorio per accompagnare i piatti cucinati da chef stellati e brigata di cucina galeotta. L’edizione del 5 agosto vede in tavola i vini offerti dalla cantina Podere la Regola di Riparbella in Val di Cecina che promuove la cultura antica di un territorio antico insediamento etrusco e opera in una struttura alimentata a energia solare e ecosostenibile“.
Il prossimo appuntamento del 2022 è ora annunciato per dicembre, prima di Natale. Dal 2023 ci si augura di poter ripartire con il calendario di cene galeotte: negli anni tanti gli chef che hanno cucinato all’interno del carcere di Volterra.