La chiamavano il “topolino delle nevi”, Cecilia Seghi è stata una vera leggenda dello sci azzurro, al pari del coetaneo e olimpionico Zeno Colò (1920-1993) con cui condivideva le stesse origini nelle montagne pistoiesi formando la “valanga azzurra dell’Abetone”, deteneva il record di medaglie ai Campionati italiani.
Atleta dal fisico minuto attiva negli anni quaranta-cinquanta, ottenne la prima delle sue trentasette medaglie ai Campionati italiani nel 1934, appena quattordicenne.
Durante la guerra, nel 1941 a Cortina d’Ampezzo, partecipò ai Mondiali successivamente non omologati dalla Fis poiché erano assenti molte nazioni avversarie belliche dell’Italia. In quell’occasione vinse la medaglia d’oro nello slalom speciale e quella d’argento nella combinata.
In carriera Seghi vinse anche prestigiosi trofei internazionali, in particolare l’Arlberg-Kandahar. Nell’edizione del 1947, disputata a Mürren, vinse la discesa libera e la combinata e si piazzò seconda nello slalom speciale; in quella del 1948, a Chamonix, si impose nello slalom speciale e nella combinata e fu terza nella discesa libera.
Grazie a questi piazzamenti ricevette il prestigioso trofeo della competizione, la ‘K’ di diamanti. Sempre nel 1948 partecipò ai V Giochi Olimpici invernali di Sankt Moritz 1948, dove si classificò 4a nella discesa libera, 14a nello slalom speciale e 4a nella combinata.
Nel 1949 Celina Seghi ottenne i suoi ultimi piazzamenti di rilievo all’Arlberg-Kandahar, chiudendo a Sankt Anton am Arlberg tra le prime sei (pur senza andare a podio) in tutte e tre le specialità previste; l’anno dopo vinse la Coppa Foemina e, ai Mondiali di Aspen 1950, conquistò la medaglia di bronzo nello slalom speciale.
Ai VI Giochi olimpici invernali di Oslo 1952 Celina fu 15a nella discesa libera, 7a nello slalom gigante e 4a nello slalom speciale.
Vinse il suo ultimo titolo nazionale nel 1954 (a vent’anni dalla prima medaglia), in slalom gigante, e continuò a gareggiare fino alla vigilia dei VII Giochi olimpici invernali di Cortina d’Ampezzo 1956.