Creare nuovi invasi per combattere l’emergenza siccità, dove poter accumulare l’acqua nelle stagioni piovose e utilizzarla in seguito. È questo l’obiettivo del “Piano laghetti”, presentato da ANBI e Coldiretti che punta a realizzare 10mila invasi medio-piccoli e multifunzionali entro il 2030, in zone collinari e di pianura.
34 nuovi invasi subito realizzabili
In Toscana attualmente gli invasi sono 15 con capacità di 6,3 milioni di metri cubi: se ne propongono altri 34 per lo più subito cantierabili con capacità totale di 32,9 milioni di mc per aumentare la superficie irrigabile di 21.940 ettari. A livello nazionale, i nuovi bacini incrementeranno di oltre il 60% l’attuale capacità complessiva dei 114 serbatoi esistenti e pari a poco più di 1 miliardo di metri cubi, contribuendo ad aumentare, in maniera significativa, la percentuale dell’11% di quantità di pioggia attualmente trattenuta al suolo.
“Anche in Toscana la siccità si sente, e si sente di più dove le grandi opere e i grandi invasi non sono stati realizzati – spiega Stefania Saccardi assessore all’agricoltura della Regione Toscana – Firenze, e una parte dell’Aretino respirano un po’ di più grazie alle dighe di Bilancino e di Montedoglio, due opere importantissime che oggi consentono di salvare un pezzo della nostra regione ma che hanno avuto una progettazione e una realizzazione travagliate. E questo è il paradigma di un Paese che su questi temi deve cambiare. Si deve investire di più sull’irriguo aziendale, creando piccoli invasi per recuperare l’acqua piovana, e per realizzare grandi opere per le quali è però necessario costruire regole che ci consentano di snellire le procedure. Se non riusciamo a sburocratizzare, e la Toscana proprio in queste ore sta mettendo in piedi un gruppo lavoro per riuscire a semplificare le norme per la realizzazione di queste strutture, sarà difficile dare risposta rapida a un problema emergenziale ma che purtroppo negli anni diventerà strutturale».
Giani: preoccupazione per la laguna di Orbetello
Sul fronte della siccità, oggi è intervenuto anche il presidente della Toscana, Eugenio Giani, che nei giorni scorsi ha firmato lo stato d’emergenza. “Per me la preoccupazione principale è la Laguna di Orbetello – ha sottolineato Giani – abbiamo mobilitato i progetti che sono necessari per poter garantire una maggiore circolazione d’acqua e un abbassamento della temperatura perché quel gioiello naturalistico straordinario è un patrimonio universale dell’umanità di cui la Toscana si sente il dover di lanciare il grido di allarme e realizzare gli interventi necessari per sostenere un alleggerimento dello stato di disagio”.
“Stiamo facendo il check up della situazione – ha aggiunto Giani – venerdì abbiamo convocato l’unità di crisi e ogni soggetto ha il compito di indicarci i progetti che in tempi ,rapidissimi possono alleggerire la situazione di disagio. Quando avremo raccolto tutti questi progetti li manderemo a Roma per poter avere il giusto supporto economico per far fronte a questa situazione”.