Sara il primo museo nazionale dedicato alla lingua italiana, si chiamerà Mundi, e trova casa a Firenze, nell’ex monastero della Santissima Concezione, all’interno del complesso di Santa Maria Novella. Mercoledì 6 luglio l’inaugurazione delle prime due sale con il ministro per la Cultura, Dario Franceschini.
L’obiettivo è mostrare l’origine e l’evoluzione della nostra lingua, a partire da alcune iscrizioni provenienti dal museo Nazionale Romano, dal Parco Archeologico di Pompei e dal Museo delle Civiltà, passando dalle prime testimonianze in volgare come il “Placito capuano”, all’opera di Dante che fissa la lingua del “sì” fino al manuale culinario di Pellegrino Artusi.
Un investimento da 4,5 milioni di euro per un progetto nato nelle celebrazioni dantesche
Duemila metri quadrati, per un allestimento che racconta il rapporto della lingua con il dialetto e le minoranze linguistiche e la diffusione della lingua di Dante in tutto il mondo. Il progetto – finanziato dal Ministero della Cultura – è promosso dall’Accademia della Crusca, dall’Accademia dei Lincei, dall’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, dall’Associazione per la Storia della Lingua Italiana e dalla Società Dante Alighieri.
Sarà un percorso per far conoscere la lunghissima storia della lingua italiana, dal primo documento che contiene frasi scritte per la prima volta consciamente in volgare italiano, ovvero la Carta di Capua del 960, fino alla lingua dei social degli anni 20 del XXI secolo, passando per Dante, Boccaccio, Petrarca, Ariosto, Galilei, Machiavelli, Leopardi, Manzoni, D’Annunzio, Sciascia.
L’investimento statale ammonta a 4,5 milioni di euro. È stato il ministro Franceschini, nel dicembre 2020, alla vigilia delle celebrazioni per i 700 anni della morte di Dante Alighieri, ad annunciare proprio da Firenze la nascita di Mundi. “L’idea che abbiamo cercato di realizzare – disse in quell’occasione Franceschini – da un punto di vista temporale è stata quella di far partire i lavori del museo nell’anno in cui si celebrano i 700 anni della morte di Dante. È stato naturale che nel dibattito che va avanti da molti anni nel nostro Paese sulla mancanza di un museo della lingua italiana, nel momento in cui lo Stato ha deciso di dare una risposta positiva, la scelta non poteva che essere Firenze per tantissime ragioni”.