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Il robot empatico Abel è pronto ad assistere i malati di demenza

Il progetto della startup Empatica in collaborazione con il Centro di Ricerca Enrico Piaggio dell’Università di Pisa ha l’obiettivo di abbattere le barriere comunicative con i malati migliorando così l’assistenza e il sostegno a familiari e caregiver

Abel robot umanoide - © Massimo Berruti – Emotiva - Centro Piaggio Università di Pisa)

Si chiama Abel, assomiglia ad un ragazzo di 12 anni, è in grado di ragionare e capire le emozioni e ora, il robot umanoide sta studiando per assistere i malati di demenza. Il progetto, sviluppato dalla startup italiana Emotiva, in collaborazione con il Centro di Ricerca Enrico Piaggio dell’Università di Pisa ha l’obiettivo di testare le teorie della mente umana e assistere i malati di demenza grazie all’utilizzo del robot Abel, fulcro dello studio.

Abel è, infatti, in grado di interagire in modo empatico con pazienti affetti da disturbi neurologici e con tutti quei pazienti che non sono più in grado di verbalizzare e hanno problemi di comprensione ed espressione delle emozioni, come, ad esempio, i disturbi comportamentali e disturbi dello spettro autistico. Questo è possibile grazie al complesso mix di hardware, in particolare 42 servomotori di nuova generazione che guidano il movimento di testa, braccia e ogni più piccolo dettaglio del volto, e di software di Intelligenza Artificiale (IA) che permette di riconoscere le espressioni dell’interlocutore e dialogare, di cui è dotato il robot umanoide. Un vero e proprio specchio su cui testare le teorie della mente e del comportamento ma anche indurre e comprendere le nostre emozioni grazie al nuovo algoritmo di IA, Emotion sviluppato da Emotiva, che ha raggiunto elevati livelli di accuratezza nel riconoscere le emozioni umane, superiore del 60% rispetto ai livelli di riferimento usati nel mondo della robotica.

Tutto questo permette ad Abel di abbattere le barriere della comunicazione con un profondo coinvolgimento socio-emotivo e, ora, è pronto a dare il suo contributo per la sfida sanitaria del nostro secolo, la demenza.

Grazie a queste prestazioni, sia di Abel che del IA, la startup e il Centro di ricerca pisano mirano ad andare oltre al riconoscimento delle emozioni e dare un contributo prezioso allo studio di questa malattia degenerativa: “Utilizzando la sua capacità di apprendere e mostrare empatia – ha detto Lorenzo Cominelli, ricercatore del Centro Piaggio – Abel sarà uno strumento efficace per contribuire a migliorare l’assistenza ai malati di demenza, colmando le lacune comunicative e fornendo un’altra forma di sostegno ai caregiver e ai familiari“.

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