“Racconti di alabastro”, questo il titolo della nuova pubblicazione presentata a Volterra, è prima di tutto il sogno di Velio Grandoli, storico artigiano e insegnante il cui tocco artistico è ormai nella storia della città. Nato e cresciuto tra la polvere della bottega, ha tramandato i suoi saperi per generazioni grazie alla cattedra presso l’ex Istituto Statale d’Arte locale. Per tutta la vita, intanto, ha scolpito e oggi lascia in questo libro un patrimonio che è un intreccio tra le tecniche più importanti di lavorazione dell’alabastro e le sue storie – personali e professionali – che aiutano a comprendere meglio chi sono davvero gli alabastrai.
Il libro è un lavoro a più mani (e menti): ad accompagnare l’idea di Velio fino alla pubblicazione, infatti, ci sono stati anche altri artigiani, amici, professori, fotografi e videomaker, che hanno prestato la loro arte a titolo gratuito. Un progetto di squadra che si è concretizzato, oltre che nel volume, in una mostra, la rinnovata “Impronte bianche”, che ritorna in versione ampliata rispetto all’edizione del 2018 e rimarrà aperta fino al 10 luglio. L’esposizione si snoda all’aperto tra vicolo del Cai, vicolo Mazzoni e via Matteotti e riporta sulle strade della città quella polvere bianca che un tempo invadeva ogni angolo. Volterra così, per qualche tempo, rivedrà le sue vie cosparse di qualche orma bianca in più, quella dei fortunati visitatori che avranno passeggiato tra le opere di Grandoli.
“Velio non è solo appassionato di alabastro, ma è appassionato nel trasmettere ciò che rappresenta”, racconta Emmanuel Giuni, supervisore del progetto, “lui ama parlare di quanta vita ci sia dietro e dentro l’alabastro, non solo la parte tecnica, ma soprattutto la vita delle persone in relazione all’alabastro. Questo suo lato mi ha sempre emozionato da quando l’ho conosciuto”. Grandoli si batte da tempo per tenere in vita la memoria e la lavorazione della pietra in città e né il tempo che avanza né il vento che gli soffia contrario lo fermano, anche quando sembra che per la “pietra di luce” non ci sia più speranza. Giuni è così che lo vede: “Velio è entusiasta e nello stesso tempo sfiduciato, abbattuto. Si vede questo suo doppio lato – l’entusiasmo e la speranza con cui guarda oltre la propria vita e le proprie difficoltà e dall’altra parte la lotta con i propri limiti e le delusioni. Questo, però, lo rende affascinante. Questo lo rende umano”.
“Tutto è nato dalla mia insistenza”, racconta Grandoli, “da quando ero giovane ho sempre immaginato un libro del genere, qualcosa per conservare la memoria e le tecniche. Adesso c’è, l’abbiamo fatto tutti insieme”. Ci sarà chi forse si stupisce di un lavoro di squadra così proficuo, ma la verità è che in questo libro c’è probabilmente l’essenza più vera degli alabastrai di un tempo: il senso di comunità e di appartenenza, il mutuo supporto nonostante le individualità. E proprio le storie degli alabastrai sono indispensabili per capire la storia tutta dell’alabastro, una pietra che di per sé non è oro, ma lo diventa grazie alla manualità e alla sapienza tramandata, beni immateriali che rendono ancor più prezioso l’oggetto finito.
Insomma, l’alabastro è morto, ma parla e cammina. Da decenni questa pietra viene data per finita, ma poi inspiegabilmente è la protagonista di eventi, pubblicazioni, dibattiti. A tenerla in vita sono gli artigiani che la lavorano (i pochi rimasti), gli esperti, gli storici, ma soprattutto i volterrani, che a volte sembrano non capire fino in fondo il valore immenso di questa attività, ma inconsciamente ne trasmettono l’importanza, quasi se la portassero nel DNA come un’eredità da tramandare col sangue. È Grandoli a ricordarlo a margine dell’evento di presentazione del libro: “Quando si fa il cambio dell’armadio, si ripongono i panni per la stagione successiva in un baule. Ecco, io sto chiudendo il mio baule, però invece dei panni ci lascio gli arnesi, tutto quello che so, per le stagioni che verranno dopo di me”.
Il libro “Racconti di alabastro. La vita e le tecniche: Velio Grandoli” rientra nella collana Volaterrae. Arte e cultura, pubblicazione voluta dal Comune di Volterra, in collaborazione con la casa editrice Pacini e il contributo della Cassa di Risparmio di Volterra.