In occasione del bicentenario della morte di Antonio Canova (morto a Venezia il 13 ottobre 1822) per tre mesi all’Accademia di Belle Arti in via Ricasoli a Firenze sarà possibile ammirare cento opere tra cui sculture, bassorilievi, stampe e documenti d’archivio provenienti da importanti musei pubblici tra cui il Museo del Bargello, il Museo dell’Opificio delle Pietre Dure, il Museo di Casa Martelli, il Museo civico di Pistoia, il Museo di Palazzo Pretorio di Prato e da collezioni private.
La mostra “Il Culto del Bello. Antonio Canova, Giovanni degli Alessandri e l’Accademia di Belle Arti di Firenze” curata da Sandro Bellesi vuole celebrare il grande scultore trevigiano, maestro indiscusso del Neoclassicismo.
L’iniziativa è anche l’occasione per valorizzare il patrimonio storico-artistico dell’Accademia, in parte sottoposto a una campagna di restauro straordinaria, che ha riguardato, ad esempio, la statua del Perseo trionfante restaurata dall’Opificio delle Pietre Dure.
L’opera è un calco dell’originale in marmo, donato all’Accademia dallo stesso Canova e proveniente direttamente dal suo atelier romano, come testimoniano alcuni particolari rilevati dai restauratori dell’Opificio delle Pietre Dure durante l’ultimo restauro (materiali, tecniche d’esecuzione, patinatura esterna). Il gesso del Perseo entrò a far parte delle collezioni dell’Accademia nel 1803.
Allestita negli spazi monumentali della Sale Ghiberti e della Sala Minerva, nel Corridoio dei Bassorilievi e nella la mostra “Il Culto del Bello” trasforma per la prima volta l’Accademia di Belle Arti in un vero e proprio spazio espositivo che ne ripercorre i primi 45 anni di vita e il legame speciale che ha avuto con Antonio Canova.
Protagoniste della mostra sono le statue in gesso, calchi a grandezza naturale di originali in marmo che tra settecento e ottocento le Accademie d’arte utilizzavano per fini didattici.
Un patrimonio che nel XX secolo cadde progressivamente in disgrazia, arrivando a subire persino atti di vandalismo da parte di studenti che in questo modo intendevano rompere con i metodi educativi del passato.
Solo recentemente i gessi sono stati rivalutati e hanno ritrovato una loro dignità artistica, insieme ai maestri formatori.
Tra le opere in gesso anche numerosi bassorilievi, testimoni dei concorsi e del cosiddetto pensionato artistico a Roma, una sorta di borsa di studio quadriennale, grazie alla quale gli studenti dell’Accademia di Firenze potevano frequentare le botteghe degli artisti più importanti, tra i quali Antonio Canova.
Il ritratto di Elisa Bonaparte Baciocchi
Fra i dipinti in mostra è particolarmente significativa una tela di Gaspero Martellini che raffigura Elisa Bonaparte Baciocchi, sorella di Napoleone e granduchessa di Toscana, mentre distribuisce i premi durante uno dei concorsi indetti annualmente dall’Accademia di Firenze (qui siamo nel 1809), con lei anche Antonio Canova.
Nonostante fosse stata nominata granduchessa di Toscana soltanto pochi mesi prima, Elisa Baciocchi, che era anche una grande estimatrice delle arti, volle presenziare alla cerimonia insieme alla famiglia, sottolineando così il suo ruolo di mecenate e l’importanza che riconosceva alla formazione artistica.
Una mostra a ingresso gratuito
La mostra sarà visitabile con ingresso gratuito fino all’8 ottobre dal martedì al venerdì, dalle ore 10 alle 18, e il sabato dalle ore 10 alle 13. Nel mese di agosto, invece, la mostra resterà aperta dal martedì al venerdì, dalle ore 10 alle 14, e chiusa nella settimana di ferragosto.
La mostra si svolge con il contributo di Fondazione CR Firenze e con il patrocinio del Ministero della Cultura, della Regione Toscana, del Comune di Firenze e del Comitato nazionale per le celebrazioni del bicentenario della morte di Antonio Canova.