Sono questi i temi di “Mapping The Rust” è il titolo di un progetto fotografico di Michele Borzoni sulla crisi della classe operaia a Nord-pas de Calais in Francia che sarà esposto fino al 30 luglio presso MAD – Murate art District a Firenze.
Fino all’inizio del XXI secolo, il bacino minerario è stato uno dei motori trainanti dell’economia francese. Il carbone, l’acciaio, ed il tessile hanno creato ricchezza per molte generazioni. Tuttavia, con l’avvento della globalizzazione e la delocalizzazione, le classi operaie, un tempo progressiste, hanno cominciato ad impoverirsi virando verso ideologie sovraniste e populiste.
Nord-pas de Calais è lo specchio della crisi di uno degli Stati sociali più generosi al mondo. Le province a nord-est di Parigi sono diventate la roccaforte dei partiti di estrema destra. Si tratta di un fenomeno che è possibile osservare in molte zone industriali della vecchia Europa, dalle Midlands in Inghiterra fino a Taranto e Piombino in Italia.
l progetto di Borzoni ha vinto la terza edizione del Premio Gabriele Basilico, riconoscimento voluto dall’Ordine degli Architetti di Milano, dalla Fondazione Studio Marangoni e dall’Archivio Gabriele Basilico, dedicato al grande protagonista della fotografia internazionale Gabriele Basilico.
Ecco la nostra intervista
Ciao Michele come ti è venuta l’idea di partire per la Francia?
Il progetto nasce come seguito di una ricerca fotografica che ho fatto negli anni precedenti che raccontava i cambiamenti nel mercato del lavoro e dell’economia italiana, da vari punti di vista. Facendo un po’ di ricerche ho trovato questa zona a nord della Francia dove si sono ripetuti gli stessi fenomeni sociali, politici e culturali che stavano accadendo anche in Italia.
Ci puoi spiegare cosa succede?
A causa dell’economia capitalista, con l’ingresso nella globalizzazione tante aree industriali in prevalenza manufatturiere dove c’era estrazione di carbone o acciaio, piano piano sono entrate in competizione con il mercato globale e sono andate in crisi. Molte aziende infatti hanno cominciato a demoralizzare in Asia. Quindi cosa succede? C’era e c’è ancora una forte coscienza operaia che viveva della ricchezza di queste manifatture. Quando le aziende hanno cominciato a chiudere tutto il territorio si è molto impoverito e questo ha causato grandi malcontenti e forme di sovranismo e populismo come anche è accaduto in Italia come a Taranto e Piombino.
In che senso sovranismo e populismo?
In queste zone i partiti di destra hanno acquistato in sacco di consenso, a Nord-pas de Clais la le Pen è all’80%. Il tasso di disoccupazione è uno dei più alti di tutta la Francia. La stessa cosa è avvenuta in Inghilterra, molti dei voti per la Brexit venivano dalle classi operaie.
Che cos’hai visto in Francia? Hai parlato con la gente?
Nell’inverno del 2021 sono entrato nei luoghi di lavoro, nell’ultima manifattura rimasta, dove il sindacato è riuscito a proteggere i posti di lavoro. A me interessava però di più quello che racconta il paesaggio e le strutture abbandonate. L’idea che mi sono fatto è che forse i partiti politici che stavano dalla parte dei lavoratori hanno dimenticato le loro radici e si sono fatte spazio forme di chiusura e mancanza di pensiero collettivo.
Michele Borzoni
Michele Borzoni è nato nel 1979 a Firenze. Nel 2006 si diploma a New York, presso l’International Center of Photography in Documentary Photography and Photojournalism Program.
Vincitore della Tierney Fellowship 2009 e del Primo Premio Singles People in the News del World Press Photo 2010, mentre nel 2012 viene selezionato da Photo District News come uno dei “30 new and emerging photographers to watch”.
Membro fondatore del collettivo di fotografia documentaria TerraProject Photographers di cui fa parte dal 2006.
Con il portfolio “Workforce”, un’indagine sul mercato del lavoro in Italia, vince il Premio Gabriele Basilico nel 2019.
Le sue opere sono state esposte in mostre collettive e personali al Maxxi Museum di Roma, all’Institut du Monde Arabe a Parigi, al Complesso del Vittoriano a Roma e alla Biennale di FotoIndustria organizzata dalla Fondazione MAST di Bologna.
Dal 2006 lavora con riviste italiane e internazionali tra cui Time, New York Times, Newsweek, M Magazine, Internazionale, e molte altre.