Produrre cibo staccando la produzione delle piante da terra e portandola fuori-suolo, senza l’uso del terreno, aiutando e rispettando l’ambiente. È l’innovazione dell’azienda EDO Radici Felici, nata a dicembre 2015 con sede legale a Colle Val d’Elsa.
In pratica le piante crescono con le radici libere nell’aria, in un ambiente protetto e moderato (circa 80 centimetri da terra): i vantaggi sono tanti, ad esempio la creazione di prodotti “personalizzati” per integrare l’alimentazione quotidiana secondo le esigenze specifiche di ciascuno. Se ad esempio si ha necessità di prodotti con più calcio, magnesio, iodio questo è possibile grazie al controllo dei nutrienti forniti e assimilati dalla pianta.
L’azienda è candidata per l’edizione 2022 di “Primavera d’Impresa”, il premio alla creatività e all’innovazione imprenditoriale promosso dalla cooperativa Crisis. Le iscrizioni per il premio sono aperte fino al 3 giugno (informazioni e documenti su www.primaveraimpresa.it), l’evento conclusivo si terrà, di nuovo in presenza, il 14 e 15 giugno al Palazzo Congressi di piazza Adua, a Firenze. Ad oggi la rete di “Primavera d’Impresa” conta 580 aziende rappresentative di tutte le province toscane, più il 5% di aziende fuori regione.
Tra i fondatori di EDO Radici Felici c’è Andrea Pezzoli, che spiega: “Noi siamo in grado di adattare l’alimentazione della pianta a seconda della nutrizione di una persona. Possiamo creare prodotti vegetali che hanno principi attivi in grado di aiutare la salute degli individui. In pratica: bilanciamo le carenze nutrizionali delle persone. Attualmente ci sono due impianti, nel Senese e nel Pistoiese: in uno viene prodotto basilico che poi viene commercializzato nella grande distribuzione, nell’altro c’è stata per mesi una produzione di insalata biofortificata al selenio. Quello che la pianta trova nell’ambiente noi lo ricreiamo in un ambiente ottimale, sano e controllato”. E tecnicamente, per far sì che le piante crescano in modo sano, “andiamo a spruzzare sulla radice stessa gli elementi nutritivi di cui la pianta ha bisogno per potersi alimentare”.
I risultati sono ottenuti, sottolinea Pezzoli, “con un minor impatto ambientale rispetto alla coltivazione tradizionale. Risparmiamo acqua, nutrienti, non ci sono trattamenti pesticidi e neanche uno sfruttamento intensivo della terra”.