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A Firenze i sogni “diventano” opere d’arte nell’installazione di Jacopo Baboni Schilingi

Nel Terzo Giardino sulle rive dell’Arno il 24, 24 e 26 maggio prende il via il progetto artistico “Il respiro dei sogni” che coinvolgerà direttamente chiunque vorrà partecipare

Argo_Baboni Schilingi

Trasformare i sogni in un’opera d’arte: è il progetto di Murate Art District e dell’artista Jacopo Baboni Schilingi, intitolato ‘Il respiro dei sogni’ e previsto per il 24, 25 e 26 maggio a Firenze.

In pratica Schilingi invita i fiorentini a passeggiare liberamente nel Terzo Giardino, polmone verde sulla riva dell’Arno a cui si accede dal lungarno Serristori, per un massimo di dieci minuti registrando sul telefono (sotto forma di messaggio vocale) uno o più sogni da ‘regalare’ alla città di Firenze.

Terzo Giardino

Ciascun vocale verrà in seguito interpretato da un’attrice o da un attore, in modo da tutelare l’anonimato di chi avrà “donato” la propria riflessione.

A ciascuno dei partecipanti verrà inoltre sistemato sul torace il sensore Argo, che registra le pulsazioni cardiache e misura le respirazioni, dati fisiologici che saranno anch’essi utilizzati dall’artista per integrarli nell’opera e nella partitura sonora che comporrà e dedicherà a ciascun sogno.

Tutto questo produrrà un’installazione finale che sarà presentata al pubblico a inizio settembre al Terzo Giardino grazie al lavoro anche di Murate Art District, lo spazio del Comune di Firenze gestito da Muse.

Nella doppia installazione finale il pubblico potrà riascoltare tutti i sogni, accompagnati da una serie di video realizzati dall’artista e da una musica composta a partire dall’integrazione del racconto con le respirazioni e le pulsazioni cardiache.

“Un’installazione collettiva fatta di sogni, sotto la guida di un artista contemporaneo di prim’ordine”, ha dichiarato la vicesindaca di Firenze Alessia Bettini.

Valentina Gensini, direttore artistico di Mad, ha aggiunto che questo evento può creare “un nuovo momento magico in città, in cui cittadini di ogni età e provenienza possano contribuire ad una grande opera collettiva condividendo -seppur nel completo anonimato – la propria dimensione onirica, il proprio immaginario proiettato sul futuro e le utopie che vorremmo nutrire insieme ad altri”. 

Jacopo Baboni Schilingi
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