Donatello a Prato: a svelare i rapporti tra l’artista e la città laniera ora c’è una nuova, straordinaria, acquisizione da parte dell’Archivio di Stato di Prato. Una lettera che consente di leggere, secondo lo storico dell’arte Francesco Caglioti, “uno dei documenti più curiosi e rivelatori su Donatello”. Si tratta di una missiva scritta da Matteo degli Organi nel 1434, andata perduta nell’Ottocento, e recuperata soltanto di recente.
La lettera circolava sul mercato antiquario ed è stata offerta proprio ad Alberto Batisti, direttore artistico della Camerata strumentale Città di Prato che, rendendosi conto del suo valore documentario, ha informato della cosa Diana Toccafondi, già Soprintendente della Soprintendenza archivistica e bibliografica della Toscana. Così è cominciata l’operazione di recupero.
Il direttore dell’Archivio di Stato di Prato, Leonardo Meoni, ha svolto un’accurata ricerca: è stato confermato che il documento era già segnalato da Cesare Guasti nel 1865 come appartenente all’archivio del Patrimonio ecclesiastico. A questo punto, grazie all’intervento di mediazione della stessa Diana Toccafondi, il proprietario ha deciso di donare la lettera all’Archivio di Stato di Prato che ne è legittimo proprietario.
La lettera dispersa di Donatello
Si tratta di una splendida lettera che il maestro d’organi Matteo da Prato (1391 – 1465), detto Matteo degli Organi, scrive da Firenze il 19 giugno 1434 agli Operai del Sacro Cingolo su richiesta dell’amico Donatello. “La lettera rappresenta una fonte documentaria fondamentale per comprendere l’attività pratese di Donatello e i rapporti dell’artista con la committenza nella realizzazione del pulpito esterno della Pieve, oggi Cattedrale, costruito per le ostensioni pubbliche del Sacro Cingolo mariano”, sottolinea Diana Toccafondi.
Con linguaggio vivace e arguto Matteo degli Organi informa i committenti pratesi che Donatello ha appena terminato la prima “storia” (cioè la prima formella) per il pulpito della Pieve di Prato e che a Firenze tutti coloro che se ne intendono vanno dicendo “che mai si vide simile storia”. La lettera continua comunicando la buona disposizione di Donatello a proseguire il lavoro, soprattutto se incoraggiato da “qualche danaio” da spendere per le prossime feste di San Giovanni. Non importa che sia molto – dice Matteo – perché Donatello è uomo “di piccolo pasto” e si contenta di poco, ma è importante che l’artista si senta riconosciuto per ciò che ha fatto e porti l’opera a compimento, perché di maestri come lui se ne trovano ben pochi.
Ne aveva recentemente segnalato la scomparsa anche il professore Francesco Caglioti, curatore della grande mostra “Donatello, il Rinascimento” in corso a Firenze. “Il recupero della lettera di Matteo degli Organi su Donatello – afferma adesso Caglioti – è una notizia estremamente confortante: per il lieto fine di una storia cominciata male, per la sensibilità che un privato ha dimostrato nei confronti del patrimonio archivistico e storico di tutti, e per la possibilità ritrovata di leggere nell’originale uno dei documenti più curiosi e rivelatori su uno dei maggiori artisti di ogni tempo”.
Donatello per Prato, gli eventi
Per celebrare il ritrovamento l’Archivio di Stato di Prato, a partire da lunedì 9 maggio fino al 2 settembre, presenterà un percorso espositivo che, insieme alla lettera ritrovata, espone i pezzi più significativi del notevolissimo corpus documentario riguardante Donatello conservato a Prato. Tra questi, anche il registro contabile da cui si vede che, appena ricevuta la lettera, gli Operai del Sacro Cingolo si affrettarono subito ad effettuare due pagamenti a Donatello, ed altre carte contenenti anche note autografe dello stesso Donatello.
In occasione dell’inaugurazione, il 9 maggio alle 16.30, il professor Francesco Caglioti curatore della grande mostra “Donatello, il Rinascimento”, in corso a Firenze a Palazzo Strozzi e al Museo Nazionale del Bargello, terrà nella sala conferenze dell’Archivio di Stato una prolusione su Donatello e la storia del cantiere del pulpito pratese dal titolo: Donatello per Prato.