La crisi energetica in atto impone un cambiamento e la transizione energetica diventa quindi non solo una opportunità, ma una necessità. Nella presentazione del rapporto Irpet sull’economia regionale per il 2022 – caratterizzato da incertezza e da stime del Pil a ribasso – è tornata al centro del dibattito l’urgenza di una maggiore emancipazione energetica, soprattutto da fonti fossili.
La Toscana ha una produzione di energia rinnovabile che va dal 25% al 30% rispetto al suo fabbisogno, numeri che la pongono tra le prime in Italia, ma in coda rispetto ad altri Paesi europei. Un dato di fatto a cui è necessario porre rimedio, partendo da quello che il territorio offre come risorse naturali: la geotermia prima di tutto, poi l’droelettrico, il fotovoltaico e l’eolico. “Possiamo crescere ulteriormente, peccato che comitati ed enti spesso rallentino questi interventi. La Soprintendenza si è opposta al progetto di Sorgenia sulla geotermia sull’Amiata e alle pale eoliche sul Mugello”, commenta il presidente della Regione Eugenio Giani.
La proposta: federalismo energetico
Un cambio di mentalità dunque, che presuppone anche un cambio di strumenti. “Non abbiamo un problema di risorse – ribadisce Giani – quel che ci serve è una maggiore capacità di condivisione di scelte ed analisi, pubblico e privato insieme”. Serve un “federalismo energetico“, “perchè è evidente che nel sostegno e rilancio dell’economia fondamentale sarà il tema dell’energia” e “di fronte ad un maggiore impegno per accrescere la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, soprattutto se si raggiungono risultati concreti, è necessario che ci siano agevolazioni, siano esse sconti sul costo dell’energia per le imprese del territorio o la realizzazione di opere pubbliche. Un premio ci deve però essere”.
Aumentare l’indipendenza energetica
“La crisi ha accelerato l’evidenza di un processo che doveva iniziare prima: abbiamo la necessità di aumentare la nostra indipendenza energetica e ridurre le emissioni. Dobbiamo effettuare questa transizione ecologica ed energetica anche per rendersi indipendete dai processi geopolitici in corso”, commenta il professore Simone Borghesi, direttore della Florence School of regulation-climate. “Non è un processo immediato e non abbiamo la bacchetta magica – precisa – ma è un processo che deriva da politiche nazionale ed europea. La Toscana ha delle eccellenze nell’ambito delle risorse rinnovabli che dobbiamo sfruttare più di prima, come la geotermia su cui abbiamo ulteriori potenzialità, ma anche le altre fonti. Gli aspetti burocratici ci hanno un po’ rallentato, ma vanno ripensati alcuni paletti”.