Se c’è una strada urbana del gusto quella è Via di Mezzo a Camaiore. Taglia in due il centro del paese, in un lungo e vivace rettilineo puntellato di ristoranti con menu ricercati e contemporanei, forni che preparano le torte della tradizione, risto-macellerie, gastronomie di altissima qualità. Tra le mura storiche del paese ecco dunque che prende forma un altro racconto della Camaiore che tiene le Apuane alle spalle e il mare a una manciata di chilometri. E’ la Camaiore contadina, quella che nelle sue frazioni produce olio, vino, formaggi e che a Capezzano Pianore punta su dolcissima frutta e verdura, con aziende che uniscono anche agricoltura e sociale, come la realtà di Calafata.
Un’enoteca per raccontare Camaiore
Storie che stanno anche dentro un calice di vino. Ne è convinto Alessio Grotti dell‘Enoteca del Tasso, minuscolo tesoro di vini locali nel cuore di Via di Mezzo che ha aperto nel 2020, pochi mesi prima del lockdown. “Un tempismo perfetto”, racconta con un sorriso che tende a smorzare quei mesi difficili.
Ci sediamo e iniziamo a parlare. E’ una mattina caldissima di aprile, fuori sembra estate. I viaggiatori sono tornati e lui ama raccontargli la sua terra con ciò che la natura offre, con quel che viene coltivato e che ritrova la propria essenza in una bottiglia, con le storie di quelle aziende che seleziona personalmente. Alessio predilige i produttori biologici e biodinamici, le piccole realtà locali.
Bere un vino naturale significa bere la terra
“Sono testimoni del terroir. Bere un vino naturale significa bere la terra”, mi racconta mentre avvicina alle labbra il nettare di un rosso della zona. “Un viaggio a Camaiore può partire da un calice, da Montemagno, dove si trovano piccole realtà vitivinicole. Essendo vicini alla costa sono vini freschi, vivaci. Possono reggere l’invecchiamento ma non hanno la struttura dei vini del centro della Toscana come il Chianti ma si accompagnano comunque bene ad una bella merenda locale”.
L’enogastronomia, un viaggio nel viaggio
E così l’enogastronomia diventa un viaggio nel viaggio, per esplorare questa terra così ricca di diversità: il mare, la montagna, le colline, i piccolissimi borghi, ognuno con le proprie peculiarità, sembianze, ricette. “Nel periodo primaverile c’è la classica scarpaccia camaiorese da gustare, poi abbiamo la torta di pepe, i formaggi dei pastori locali, i salumi. Sono tanti gli abbinamenti possibili”.
Mi sento ambasciatore della mia terra, amo far scoprire alle persone che vengono da fuori cosa siano Camaiore e la Lucchesia a livello di vino
Poi continua, con una punta di orgoglio. “Mi sento un ambasciatore della mia terra. Io sono camaiorese da quattro generazioni e amo far scoprire alla persone che vengono da fuori cosa siano Camaiore e la Lucchesia a livello di vino. Qui serve solo qualche persona in più che ci creda, questo territorio è vocato. Negli anni Novanta e Duemila tante vigne sono state espiantate per privilegiare le coltivazioni di olivi ma secondo me dobbiamo incrementare la nascita di piccole aziende del vino perché il territorio c’è”.
Secondo Alessio le componenti su cui le amministrazioni dovrebbero lavorare per far crescere il turismo a Camaiore sono tre. E le elenca con semplicità: “roccia, mare, cibo”. E aggiunge: “Oggi i viaggiatori cercano prodotti locali. Abbiamo un territorio meraviglioso, una terra poco scoperta e forse un po’ inespressa fino ad ora”.
Camaiore, un viaggio tra vino, borghi, focaccia e scarpaccia
Ed è così che Alessio, con la sua enoteca, prova a far emergere quell’identità forte legata alla terra. Camaiore che è mare ma anche campi coltivati, fichi e fragole d’estate, zuppe di verdura e funghi in autunno, fiori di zucca a primavera con cui preparare la scarpaccia.
Una Camaiore che è rigogliosa come il verde che illumina le Apuane, un tappeto di velluto cangiante rigato dai torrenti, da acque fresche che ritemprano il corpo e la mente, cascate ristoratrici per il cammino dei viaggiatori. Ce ne sono tanti che percorrono anche la Via Francigena. Ce ne sono tanti che attraversano questa terra e ne cercano l’anima più autentica. Parte di quest’anima si ritrova nella parte agricola, nel vino. Quel vino che Alessio racconta con amore, mentre sceglie la bottiglia giusta da cui far partire il viaggio, quella con cui proseguire la strada o forse quella che consente di fermarsi, parlare intorno ad un tavolo e immaginare la prossima meta, il prossimo incontro, tra un sorso di rosso o di bianco, una focaccia esaltata dal sale, dove ritrovi il mare prima di alzare lo sguardo all’insù verso le vette montane, lungo un itinerario che non finisce mai di farti conoscere strade nuove, anche del gusto.