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Ristrutturare i beni confiscati alle mafie con risorse del Pnrr. Per la Toscana si può

Un terzo dei beni confiscati si trova nel centro-nord d’Italia. La Toscana aderisce alla richiesta di una diversa suddivisione delle risorse messe a disposizione del Pnrr

Suvignano, tenuta aperta – Luglio 2020 - © Gianluca Testa

Individuare, da parte del Governo, nuovi criteri per la ripartizione delle risorse previste dal Pnrr per la ristrutturazione dei beni confiscate alle mafie. Cercando di riservare maggiore attenzione alle esigenze delle Regioni del centro-nord, dove risiedono oltre un terzo dei beni stessi. È la proposta, partita dalla Regione Lombardia ed estesa a tutte le altre Regioni, alla quale la Toscana ha immediatamente aderito.

La ripartizione delle risorse

“La Regione Campania, e colgo l’occasione per ringraziare ancora il collega Mario Morcone, nel corso del ‘Primo Forum espositivo dei beni confiscati alle mafie e alla criminalità organizzata’, che si è tenuto a Napoli l’ uno e due aprile scorsi, è riuscita a porre al centro del dibattito nazionale il tema del ‘nuovo’ ruolo che i beni confiscati alle mafie possono svolgere per le loro comunità locali” ha spiegato l’assessore alla legalità, Stefano Ciuoffo.

“In quella sede i rappresentanti delle Regioni del centro-nord, come Toscana, Lombardia e Lazio, hanno colto l’occasione per avviare un’interlocuzione con il Governo, che in tale consesso era rappresentato dai ministri Lamorgese e Carfagna, affinché si individuino dei nuovi criteri di ripartizione delle risorse per la ristrutturazione dei beni confiscati”.

La richiesta

Ciuoffo infatti, sottolineando che oltre un terzo dei beni attualmente confiscati in chiave definitiva risiedono in queste regioni, ha aggiunto che “a questo dato purtroppo non corrispondono le necessarie risorse. Quindi, con l’assessore alla legalità della Lombardia Riccardo De Corato, abbiamo chiesto a tutti i colleghi di sottoscrivere una richiesta formale per il Governo affinché siano apportate modifiche e si stabiliscano nuovi criteri di riparto. Le amministrazioni locali non hanno le forze per gestire spesso questi beni e rischiano di vedere l’assegnazione come un problema invece che un’opportunità. Per questo ritengo che servano più risorse e maggiore sinergia inter-istituzionale tra i diversi attori in campo, nazionali e locali”.

Nella lettera, scritta insieme all’assessore Ciuoffo e condivisa dal presidente dell’Osservatorio per la sicurezza, la legalità e la lotta alla corruzione della Regione Lazio, Gianpiero Cioffredi, si osserva come il Forum di Napoli sia stato un’importante occasione per presentare i tanti validi progetti di valorizzazione di beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Oltre ad aver rappresentato l’occasione per confrontarsi anche sulle difficoltà e criticità legate al recupero di questi beni.

Una richiesta comune

In particolare, continua il documento, data anche la presenza di esponenti del governo, tra cui il ministro Carfagna, è emerso il forte squilibrio tra le risorse del Pnrr destinate alle regioni meridionali rispetto a quelle settentrionali. È un dato di fatto che il fenomeno sia da anni diffuso anche nelle regioni del centro-nord, come chiaramente ha dimostrato la partecipazione di Lazio, Toscana e Lombardia. Quindi, conclude, di fronte a questa palese criticità il ministro Carfagna si è reso disponibile a valutare un diverso criterio di ripartizione del Fondo di coesione, a fronte di una richiesta comune da parte delle diverse regioni centro settentrionali.

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