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Comunità energetiche rinnovabili: cosa sono e dove si trovano in Toscana

Non saranno certo la soluzione definitiva al caro energia, ma questa forma di associazionismo pubblico-privato basato sulla condivisione dell’energia potrebbe rappresentare un’opportunità sia a livello economico che ambientale per privati, aziende e pubblica amministrazione

Pannelli fotovoltaici - © AlyoshinE/Shutterstock

In questi mesi ognuno di noi sta cercando soluzioni per far fronte al caro energia e adottare comportamenti sempre più sostenibili per limitare gli aumenti in bolletta. L’elevato costo dell’energia non è un problema che riguarda solo noi cittadini, ma anche le imprese, piccole, medie o grandi che siano, e gli enti pubblici. Un aiuto in questa direzione può certamente arrivare da una maggiore produzione, e di conseguenza consumo, di energia rinnovabile anche grazie alla nascita delle comunità energetiche rinnovabili.

Cosa sono

Con il termine comunità energetica rinnovabile si intende un’associazione tra cittadini, attività commerciali, pubbliche amministrazioni locali o piccole e medie imprese che decidono di unire le proprie forze per dotarsi di uno o più impianti condivisi per la produzione e l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili. L’iniziativa è, quindi su base volontaria e permette di dare vita a una forma energetica collaborativa che mette a sistema gli impianti di produzione di energia rinnovabili, come il fotovoltaico, per il proprio fabbisogno energetico. Questa gestione congiunta garantisce di ridurre la dipendenza energetica dal sistema elettrico nazionale, oltre alla possibilità di rimettere in circolo l’energia pulita prodotta in eccesso, ottenendo così un guadagno dalla sua vendita.

I riferimenti normativi

Il Governo italiano con il Decreto Milleproroghe 162/2019 ha introdotto le comunità energetiche rinnovabili andando a recepire la Direttiva europea RED II 2001/2018 con la quale l’Unione Europea riconosce valenza giuridica alle associazioni e introduce la figura del produttore/consumatore di energia (prosumer).

Sulla base del decreto, le comunità energetiche in Italia possono ottenere un beneficio tariffario per 20 anni gestito dal GSE (Gestore Servizi Energetici), con un corrispettivo unitario e una tariffa premio, quest’ultima pari a 100 euro/MWh per i gruppi di auto consumatori e 110 euro/MWh per le comunità energetiche.

Un ulteriore spinta all’energie rinnovabili e alla creazione delle comunità energetiche arriva dal Decreto Legislativo 199/2021 che è entrato in vigore a dicembre, per il quale, a breve, arriveranno i decreti attuativi.

I vantaggi

I benefici di questa collaborazione sono naturalmente ambientali, in quanto si riduce il consumo di energia prodotta da combustibili fossili, come petrolio e carbone, per quella che deriva da fonti rinnovabili, oltre a ridurre le emissioni di gas serra. I vantaggi sono anche dal punto di vista economico. Lo Stato italiano ha emanato numerose misure per incentivare la transizione ecologica come, ad esempio, l’installazione di pannelli fotovoltaici e di sistemi di riscaldamento non alimentati a gas metano. Grazie al Superbonus 110% o all’ecobonus, gli investimenti per l’installazione di pannelli fotovoltaici o pompe di calore possono essere in parte recuperati. A questi si aggiungono i vantaggi sociali che derivano da questa collaborazione sociale che permette di condividere l’energia green prodotta e i profitti economici oltre alla riduzione delle disuguaglianze tra i consumatori.

Le comunità energetiche in Toscana

Anche nella nostra regione stanno nascendo le prime forme di comunità energetica rinnovabile. Il Comune di Barberino Tavarnelle, in provincia di Firenze, ha lanciato la proposta di creare una comunità energetica alle industrie che si trovano nelle zone industriali del territorio comunale.

Ispirata ai principi del decentramento della localizzazione della produzione energetica, l’idea è quella di coinvolgere le attività economiche del territorio in grado di produrre, consumare e gestire l’energia attraverso uno o più impianti energetici locali. “Il primo passo – ha dichiarato il sindaco David Baroncelli – è la ricerca di aziende che potranno incidere sul fronte del consumo collettivo assumendo il ruolo di prosumer ovvero protagonisti dei flussi energetici, soggetti che consumano e contribuiscono attivamente al processo produttivo”. In base a questo modello di partecipazione e green economy, le aziende aderenti alla comunità energetica potranno possedere un proprio impianto di produzione energetica e consumarne una parte, la restante quota potranno immetterla in rete o condividerla con altri privati o aziende o accumularla e avvalersene nel momento più opportuno.

Lavoriamo insieme – è questo l’invito del sindaco David Baroncelli rivolto al tessuto imprenditoriale – per la nascita di una comunità energetica e lo sviluppo dei suoi temi chiave che convergono tutti su un unico concetto, la dimensione della responsabilità, ambientale, sociale ed economica, e un comune denominatore: fornire energia rinnovabile”.

In altro comune che si sta muovendo per sollecitare gli attori del proprio territorio alla formazione di una comunità energetica è quello di Collesalvetti, in provincia di Livorno. Sul sito dell’amministrazione comunale è attiva, infatti, la manifestazione d’interesse rivolta a tutti i soggetti che sono interessati a costituire una comunità energetica. Per incentivare tutto questo, il Comune di Collesalvetti ha sottoscritto nel 2021, un accordo di collaborazione con il Comune di Magliano Alpi (Cuneo), primo Comune in Italia ad aver istituito un progetto di questo tipo, con l’obiettivo di condividere buone pratiche e diffondere un modello cooperativo di gestione dell’energia, che crei valore da reinvestire sul territorio in modo più sostenibile ed etico.

Il sostegno di Regione Toscana

In un convegno dell’Università di Pisa che si è svolto lo scorso gennaio l’assessora all’ambiente Monia Monni ha sottolineato come “avviare una transizione energetica effettiva necessita l’attivazione di cambiamenti culturali basati su risparmio energetico ed efficienza dei consumi. Forme di azione collettiva ed economie collaborative, unite alle opportunità generate dalle nuove tecnologie digitali, rappresentano i punti focali della transizione energetica e una sicura opportunità per la creazione di nuovi modelli di Green Economy. La comunità energetica si basa sul decentramento della produzione energetica, con un ruolo centrale affidato a cittadini, attività commerciali e produttive che possono essere in grado di produrre, consumare e scambiare energia in un’ottica di autoconsumo e collaborazione, condividendo un insieme di principi, regole e procedure”.

Fungere sicuramente da soggetti aggregatori – ha concluso Monia Monni – all’interno delle proprie comunità, per assistere cittadini ed imprese nella redazione degli accordi per creare cooperative di comunità. Ma anche produttori di energia rinnovabile da fornire alle comunità. La Regione è disponibile. Con i nostri uffici e le nostre partecipate stiamo studiando la possibilità di affiancare comuni e cittadini in questo percorso”.

Il 21 marzo 2022 è stata approvata all’unanimità, la delibera della giunta regionale che mira a promuovere la diffusione delle comunità di energia rinnovabili come strumento strategico per la transizione ecologica in Toscana. Oltre a questo si propone di garantire l’animazione territoriale, anche sotto forma di consulenza energetica a sportello e di informazione grazie alla collaborazione con Anci Toscana e altre associazioni del territorio.

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