Se n’è andata pochi giorni prima che la sua storia, interpretata da Isabella Ragonese e raccontata in una fiction di Roberto Andò, venisse trasmessa dalla Rai.
È morta a 87 anni dopo una lunga malattia Letizia Battaglia la più famosa fotografa italiana di mafia, una delle icone mondiali del reportage contemporaneo.
Iniziò a fotografare nel 1969 a 34 anni collaborando con il giornale palermitano L’Ora, unica donna tra colleghi uomini. Nel 1970 si trasferì a Milano dove lavorò per varie testate.
Nel 1974 tornò a Palermo e creò, con Franco Zecchin, l’agenzia “Informazione fotografica”, frequentata da Josef Koudelka e Ferdinando Scianna.
Iniziò a documentare gli anni di piombo della sua città, scattando foto dei delitti di mafia consapevole di trovarsi nel mezzo di una guerra civile.
Diventò così testimone della cronaca di Palermo e della Sicilia riprendendo le stragi, i morti ammazzati, le mogli e le madri disperate delle vittime.
Arrivò a fotografare anche cinque cadaveri in un solo giorno “Erano cose umanamente impossibili da accettare” – ha dichiarato – “Non ci si abitua alla paura, ma col tempo diventa una piccola cosa”.
Quando scattava i mafiosi le sputavano nel viso, ma Letizia si avvicinava proprio per dirgli: “io ti vedo”.
Leoluca Bagarella un trafficante di droga e un assassino che ha ammazzato 60 persone un giorno le dette anche un calcio e la fece cadere per terra.
Ma lei non arretrava di un centimetro e quando la polizia non la faceva passare sui luoghi dei delitti in quanto donna si metteva ad urlare e così la lasciavano andare.
Tra i suoi scatti più famosi quello che riprende Sergio Mattarella mentre cerca di soccorrere il fratello Piersanti freddato dai sicari della mafia e la celebre “bambina con il pallone”.
Ma la storia di Letizia è soprattutto la storia di un NO gridato a una vita normale, tranquilla, che la voleva in cucina a lucidare le padelle. Letizia decise divorziare dal marito e di mantenere da sola le sue tre figlie.
E’ una donna che è ripartita da zero per ricostruire se stessa e il suo mondo, iniziando a fotografare per necessità e per rendersi indipendente, ma a poco a poco scoprendo il talento che giaceva addormentato dentro di lei.
“La fotografia non è soltanto raccontare il mondo – ha detto – è anche raccontare me stessa”.