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Il viaggio dei 21 piccoli orfani di Kiev: 26 ore sul bus per arrivare all’Istituto degli Innocenti di Firenze

Il più piccolo ha tre anni, il più grande 17. Con loro anche un gatto. Il presidente Giani: “Luogo ideale per accoglierli”. Si rafforza la macchina dell’accoglienza in Regione, fila di profughi alla Mercafir

bambini ucraini agli Innocenti

Un viaggio di 26 ore su un bus che dall’istituto vicino Kiev minacciato dalle bombe è terminato a Firenze venerdì 11 marzo, di sera. Sono scesi stremati e spauriri, ma vivi. I 21 bambini provenienti da un orfanotrofio ucraino hanno trovato così la loro salvezza. Con loro è arrivata anche la mascotte, il gatto Buja. Accompagnati dai due tutori legali, insieme a volontari e mediatori culturali, il loro viaggio organizzato da Save the Children e dal Consiglio italiano per i rifugiati (Cir) si è concluso all’Istituto degli Innocenti che in 48 ore ha trovato arredi e personale per gestire l’accoglienza e far trovare un ambiente confortevole, quanto più lontano possibile da ciò che hanno lasciato in Ucraina.

Il più grande ha 17 anni, il più piccolo appena tre. Solo quattro hanno più di 14 anni. Nessuno parla italiano e sono molto uniti tra loro. Hanno voglia di giocare come tutti i bambini, i più grandi hanno tanto invece da dimenticare e da affrontare. Per loro, questo è certo, si apre una nuova vita. La macchina dell’accoglienza toscana ha risposto: la Regione Toscana, la Protezione civile, il Comune di Firenze, poi la Prefettura e il Tribunale dei minori. Una rete di protezione e vigilanza per dare ai bambini orfani una situazione quanto più tranquilla possibile. “L’istituto degli Innocenti era il luogo ideale per accorglierli – ha detto il presidente Eugenio GianiTorna alla finalità per cui è nato 600 anni fa”, accogliere gli orfani appunto.

La loro casa per adesso è lì, nello storico istituto di solidarietà fiorentino. Per loro ci sono tante stanze colorate, peluche, giochi e poi spazi comuni e camerette per dormire uno accanto all’altro, come sono abituati. L’acquisto degli arredi e le spese del personale sono state coperte dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze con un contruibuto di 150mila euro. “Adesso devono imparare a conoscere la lingua, devono ambientarsi. Hanno bisogno che si plachi il rumore e ritrovino il silenzio. Perché da questo silenzio che può ripartire la loro nuova vita”, è l’appello e soprattutto l’augurio che la presidente dell’Istituto degli Innocenti, Maria Grazia Giuffrida,  fa a tutti.

La nuova casa dei bambini

L’accoglienza in Toscana

Ad oggi sono 2.500 i profughi ucraini tracciati, per la maggior parte donne e bambini, accolti in Toscana. L’80% è ospitato da amici e parenti, il resto ha trovato casa nella rete di accoglienza della Regione Toscana: 300 persone sono nei Centri di accoglienza straordinaria e 150 negli alberghi di prima accoglienza. Ma i numeri sono in crescita: nel fine settimana si sono presentate al centro di prima accoglienza allestito alla Mercafir di Firenze, 46 persone mentre la mattina di martedì 15 marzo “c’era la fila”, come raccontano l’assessora alla Protezione civile Monia Monni e il presidente Eugenio Giani.

I flussi sono destinati ad aumentare quindi, fa sapere Giani, che stima almeno tremila presenza reali sul territorio “perché molti devono ancora registrarsi”. Tanti soprattutto i bambini. Sono previsti altri arrivi e la Regione sta predisponendo le strutture “perché  non soltanto Firenze possa svolgere la funzione di accoglienza dei minori. Si sta pensando di interessare alcune località costiere”. Alla Mercafir intanto sono stati allestiti dei tavoli con carta e colori e i disegni dei bambini restituivano la cruda realtà che sono stati costretti a subire: c’erano soprattutto file di macchine in coda e carrarmati su quei fogli.

 

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Molti bambini e ragazzi, fa sapere ancora  il presidente “hanno chiesto di non essere inseriti nelle nostre scuole perché, se verranno dotati di un tablet e della connessione che hanno richiesto, contano di collegarsi per la Dad, la didattica a distanza, con i loro insegnanti rimasti in Ucraina”.

Dopo il centro di Firenze, si aprirà anche “al palasport di Livorno. È un primo punto di accoglienza dove facciamo intanto dei tamponi che consentono, a chi decide di trovare di una sistemazione in autonomia, di farlo in sicurezza”, spiega ancora l’assessora Monni.

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