Un front office d’accoglienza per chi scappa dall’Ucraina. La Regione Toscana punta a offrire un riferimento certo per i profughi arrivati in Toscana. Un modo per sapere a rivolgersi e come essere seguiti sia per questioni pratiche come l’alloggio, sia per questioni sanitarie.
L’idea del presidente Giani
E’ l’idea del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani che da venerdì, in base all’ordinanza del Consiglio dei ministri (Dipartimento protezione civile), è anche commissario per l’emergenza umanitaria e che nel pomeriggio di lunedì 7 marzo insieme all’assessora alla protezione civile Monia Monni ha fatto il punto sull’accoglienza profughi.
Accoglienza profughi, le tre priorità
Giani, forte del ruolo che ha ottenuto dal Governo ha individuato le tre priorità. Il primo aspetto è l’accoglienza “per chi non trova più spazio nei Cas organizzati dalle prefetture. Li orienteremo verso gli alberghi di prima accoglienza per differenziarli dagli alberghi sanitari covid”.
Il secondo compito riguarda i trasporti “affinché gli ucraini possano avere condizioni agevolate per gli spostamenti sia per ragioni personali che lavorative”.
Il terzo è ultimo aspetto è legato alla sanità: “ci stiamo organizzando in riunioni periodiche ed il primo obiettivo è appunto un front office sia a Firenze che in una località della costa” puntualizza il governatore.
Un punto di riferimento per i profughi
Giani lo definisce “un punto di riferimento anche per gli ucraini che arrivano con i loro mezzi e che vogliono uno sportello di informazioni, un luogo fisico in cui avere quelle indicazioni indispensabili da seguire al momento dell’arrivo”.
Varie le ipotesi in campo al quale il presidente sta lavorando insieme all’assessora Monni e al dipartimento della protezione civile regionale.
Sanità al primo posto
“Vi è tutta la parte sanitaria su cui seguirli– aggiunge Giani– , per questo il nostro direttore della sanità ha già elaborato una circolare con cui si precisa il tampone da fare , le vaccinazioni, non solo quella covid, ma tutte quelle necessarie alla protezione dalle varie patologie”.
Organizzazione di beni e viveri
Altro aspetto è legato all’organizzazione di beni e viveri “sia per chi vuole lasciare qualcosa, sia per trasporti in Ucraina o nei campi vicini. Nel momento in cui nelle prossime ore individuiamo il luogo di front office – aggiunge il presidente – e viene lì creato un’unità operativa attraverso il dipartimento della protezione civile, possiamo far fronte in modo coordinato alle esigenze”.
Un numero verde per l’assistenza
“Per ora agiamo in assenza di un piano di assegnazione di quote – specifica Monni– e regolazione dei flussi e molti arrivano fuori dalla rete istituzionale di accoglienza. Sono ospitati da famiglie di amici o parenti. È un’ottima soluzione perché consente a chi scappa dalla guerra di essere accolto da persone con cui c’è un rapporto affettivo e questo può rendere meno doloroso questo difficilissimo momento”.
Per garantire la sicurezza sanitaria sia di chi è accolto che di chi accoglie è stato istituito il numero verde 800-556060. “Anche chi accoglie – conclude Monni– può chiamare questo numero per segnalare l’arrivo dei profughi che potranno così essere sottoposti a screening sanitario e tampone perché è giusto garantire la massima sicurezza di chi arriva, ma anche di chi accoglie e di tutti noi”.
A questi cittadini verrà attribuito un codice e avranno accesso non solo al tampone, ma anche alle cure sanitarie di cui hanno bisogno.