L’attacco è partito all’alba del 24 febbraio: la Russia ha invaso l’Ucraina. Forti esplosioni sono state avvertite ad Odessa, Kharvik, Mariupol, Leopoli e nella capitale Kiev. Le forze russe – riconoscibili dal marchio “Z” – sarebbero entrate in Ucraina da Bielorussia e Crimea. Panico, paura, lunghe code per lasciare le città. La condanna unanime tocca anche la Toscana, proprio nei giorni del forum internazionale “Mediterraneo frontiera di pace” di Firenze che vede in città sindaci e vescovi da tutto il mondo.
La condanna dei vescovi riuniti a Firenze, quello ucraino resta a Kiev e invia una lettera
I Vescovi del Mediterraneo, riuniti a Firenze “esprimono preoccupazione e dolore per lo scenario drammatico in Ucraina, e rinnovano la loro vicinanza alle comunità cristiane del Paese”. Hanno già accolto l’invito del Papa a vivere il 2 marzo come una giornata di digiuno e preghiera per la pace. I vescovi “fanno appello alla coscienza di quanti hanno responsabilità politiche perché tacciano le armi. Ogni conflitto porta con sé morte e distruzione, provoca sofferenza alle popolazioni, minaccia la convivenza tra le nazioni. Si fermi la follia della guerra”. Essi “conoscono bene questo flagello, per questo chiedono a una sola voce la pace”.
Intanto, in una lettera inviata al cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, monsignor Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo maggiore della Chiesa greco-cattolica ucraina, ha fatto sapere che non sarà al forum di Firenze, ma resterà a Kiev. Nella missiva di sottolinea che l’Ucraina sta difendendo i valori europei “al costo del sangue dei propri figli”, e che oggi la sua nazione rischia di essere “trasformata in un campo di morte”. La lettera, letta dal cardinale Bassetti a tutti i presenti, ricorda la tensione che si è “aggravata” perché il governo russo ha “violato la sovranità e l’integrità territoriale del nostro Paese”, laddove comunque “da otto anni l’Ucraina è vittima innocente di una guerra ibrida condotta dalla Federazione Russa”. Spiega anche come non può più essere definita come “crisi ucraina o conflitto, perché si tratta di un vero attacco all’Europa, alla sicurezza, al futuro dell’intero continente europeo”. L’Europa, si legge ancora, ha preso l’impegno di “difendere la pace e la stabilità come i valori più preziosi”, mentre purtroppo “proprio in questi giorni siamo testimoni del ripristino del diritto del più forte” e l’Ucraina “difende i valori europei al prezzo del sangue dei propri figli”. Shevchuk sottolinea che, in questi otto anni, si contano tra 42 e 44 mila vittime, oltre a circa due milioni di rifugiati che lasciano le zone di conflitto. E sottolinea che “l’Ucraina vuole la pace”, e che il governo fa di tutto per “avviare i negoziati”, ma allo stesso tempo “il popolo grida all’umanità intera: Aiutateci a difendere la pace in Ucraina e un Europa”.
Monito anche dal cardinale di Firenze Giuseppe Betori: “Occorre evitare in ogni modo che la religione alimenti le ragioni della guerra, e questo si fa solo quando essa non si trasforma in fondamentalismo e non si diventa strumento del populismo e del nazionalismo”. “Va rifiutata ogni pretesa annessiva della religione, da parte di qualsiasi potere politico, come affermazione di sé”. La pace, ha detto Betori, “non è qualcosa che gli uomini costruiscono: è un dono che ricevono da Dio. Non è che noi siamo capaci di far la pace, noi siamo capaci di fare la guerra”.
Il sindaco Nardella chiama il sindaco di Kiev
“Il popolo ucraino vuole la pace”, sono le parole del sindaco di Kiev, Vitalij Klyčko, al sindaco di Firenze Dario Nardella. “Ho sentito il sindaco in queste ore. Migliaia di civili vittime di un irresponsabile attacco militare russo. Quello che sta facendo Putin è contro ogni logica e principio di umanità”, ha scritto Nardella via social.
“Putin ha preferito la forza e le armi alla pace. Una scelta che va condannata da tutta la comunità internazionale, con forti sanzioni, affinché nessun altro possa fare quello che sta facendo Putin. Violare in questo modo il diritto internazionale mette in pericolo tutto il mondo. Putin ci ripensi, fermi le operazioni”, ha commentato via social anche il presidente del Consiglio regionale della Toscana Antonio Mazzeo. “La Toscana è e sara’ sempre terra di pace ed eè vicina al popolo e alle istituzioni ucraine in questo momento drammatico”, ha concluso.
Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, non usa mezzi termini: “E terribile quello che ho visto stanotte perché devo dire che la concentrazione di ipocrisia che sta nella persona di Putin è incredibile. Continuamente, anche nelle dichiarazioni di stanotte, dice che sta attento solo alla sicurezza interna ma contemporaneamente manda i carri armati così come venivano mandati nel 1956 in Ungheria e nel 1968 nella allora Cecoslovacchia. Parliamo di un dittatore, dobbiamo portare grande solidarietaà al popolo ucraino e la parola pace, intesa come basta con i carri armati”. “Conosco bene – ha aggiunto – l’Ucraina: noi abbiamo il gemellaggio che io ho molto valorizzato negli anni successivi al 2000, con la città di Kiev. Dobbiamo operare affinché si interrompa questo ulteriore tentativo espansionistico della Russia. Non dimentichiamoci che da un punto di vista geografico se noi mettiamo ai capi del territorio del primo continente, l’Europa, dagli Urali al mare Atlantico, ci rendiamo conto che il centro geografico dell’Europa è l’Ucraina”.
Presidio della Regione, di Anci e dei sindaci
I sindaci della Città Metropolitana di Firenze con la Regione, Anci Toscana e Ali Toscana promuovono un presidio aperto a tutti, alle 19 del 24 febbraio, in piazza Resistenza a Scandicci. “Ci rivolgiamo alle autorità russe perché sospendano l’invasione dell’Ucraina, un Paese che ha profonde ferite nella sua storia, e i bombardamenti. Tutti si fermino in presenza di gesti di buona volontà e ascolto – si legge nell’appello – Una grande potenza che si è sentita umiliata dall’aggressività di una parte del mondo che ha puntato ad arricchirsi anche su di lei e ancora di più dopo il 1989 e la fine dell’Unione Sovietica, rischia ora di dissipare un capitale di cultura, amicizia, rispetto che ha sempre legato l’Italia alla Russia e all’Est europeo. Per noi Russia e Ucraina sono Europa e c’è bisogno di tutti per fermare un’involuzione legata ovunque all’accaparramento del risorse e delle fonti energetiche, con disprezzo per la vita umana. Non sarà un’altra guerra a risolverla, semmai l’approfondirà”.
Solo nell’area fiorentina vivono più di 2330 ucraini, più di 800 russi e di 100 bielorussi. “Vivono con noi, molti e molte di loro aiutano i nostri anziani, altri si sono inseriti in tante altre attività delle nostre comunità. Facciamo nostra la loro angoscia e chiediamo a tutti di non credere alla presunta forza risolutiva della guerra. Da queste nostre città, in questi giorni impegnate a dare un futuro pacifico al Mediterraneo – concludono nell’appello – scongiuriamo di abbassare le armi, di non avvelenare la terra, di fare respirare i cieli, di sentire il pianto dei bambini, di salvare tutti”.