Ambiente, giovani, clima, migranti e ovviamente pace con un occhio puntato a quello che sta accadendo ai confini dell’Europa, tra la Russia e l’Ucraina. Sono questi alcuni dei punti centrali del discorso che il presidente del Consiglio Mario Draghi ha tenuto oggi a Firenze di fronte ai sindaci e ai vescovi del Mediterraneo in apertura del convegno “Mediterraneo frontiera di pace” nel convento di Santa Maria Novella organizzato dalla Conferenza episcopale italiana. Spostatosi poi al nuovo teatro del Maggio musicale fiorentino dove è stato accolto dagli applausi degli amministratori locali presenti, il premier ha anche annunciato quali saranno i prossimi passi che l’Italia farà per uscire dalla pandemia: “Il nostro obiettivo è riaprire del tutto, al più presto” .
Ripercorriamo alcuni dei punti salienti del discorso del premier.
Giovani e lavoro
Ha iniziato dai giovani Mario Draghi rivolgendosi alla conferenza episcopale e ai vescovi di ben 20 Paesi del Mediterraneo, parlando del diritto delle giovani generazioni di ambire ad un futuro dignitoso e delle diversità, ancora marcatamente evidenti, tra uomini e donne soprattutto in alcuni Stati: “Tutti i giovani hanno la legittima aspirazione di realizzare a pieno il proprio potenziale. Tuttavia, si scontrano con un mercato del lavoro che li lascia spesso ai margini. Il tasso di disoccupazione nella regione del Mediterraneo giovanile è il più alto al mondo e in alcuni Paesi supera il 40% per le ragazze”.
Clima e transizione ecologica
“L’emergenza climatica ci impone di accelerare nella transizione ecologica, in modo rapido ma sostenibile per cittadini e imprese. Dobbiamo aiutare in particolare i più deboli a sostenerne i costi“, affrontando il tema della crisi climatica, Draghi ha sottolineando che “la transizione ecologica presenta grandi opportunità per chi ha il coraggio di investire. I Paesi del Mediterraneo devono coglierle per proteggere il pianeta e avviare i giovani verso le professioni del futuro”.
“Il Mediterraneo – ha ricordato Draghi – è particolarmente vulnerabile agli effetti dei cambiamenti climatici, come la siccità, l’aumento dei livelli del mare, le ondate di calore. Il rischio di incendi e la loro pericolosità è in aumento, penso, per esempio, ai boschi bruciati nell’agosto dello scorso anno, dalla Spagna alla Grecia, in Sicilia e in Sardegna. Un’estate con picchi di temperature mai registrati prima, in un’area dove l’aumento è destinato a essere superiore alla media globale”
Una gestione condivisa dei migranti
“Più volte in passato ho ribadito l’importanza di una gestione condivisa, equilibrata e umana delle migrazioni. Condivisa perché, senza un’assunzione di responsabilità collettiva, l’azione europea non potrà mai essere giusta ed efficace. Equilibrata, perché non basta contrastare i flussi illegali, ma serve curare con attenzione l’accoglienza. E umana, perché non possiamo essere indifferenti rispetto alle sofferenze dei migranti”.
Il passaggio sui migranti si unisce all’appello del premier a tutelare i più deboli e a fare del Mediterraneo un laboratorio di pace e fratellanza: “La stabilità e la pace– ha detto – si organizzano nelle istituzioni, ma si costruiscono nelle città, è lì che avviene il contrasto quotidiano alle diseguaglianze, all’odio e all’ignoranza. Penso alle politiche di integrazione e vicinato, agli investimenti infrastrutturali: tutti processi che favoriscono la crescita e lo sviluppo. Alcuni progetti incidono direttamente sulla vita nelle città: migliorano la qualità delle abitazioni, programmano lo sviluppo urbano, favoriscono la costruzione di nuove infrastrutture. Altri contribuiscono a tutelare la natura e la biodiversità, come i progetti di conservazione finanziati dall’Unione europea, anche grazie alla collaborazione tra università e centri di ricerca. Le autorità civili e religiose hanno un ruolo fondamentale nel coltivare un senso di responsabilità diffuso senza il quale questi progetti non possono avere successo. Per affrontare, nel breve e nel lungo termine, i problemi e le vulnerabilità del Mediterraneo”
Stop allo stato d’emergenza, non verrà prorogato
Nella riunione avuta nell’ultima tappa della visita a Firenze con i sindaci, Draghi ha confermato che non sarà prorogato lo stato di emergenza per la pandemia oltre a scadenza del 31 marzo : “Il nostro obiettivo è riaprire tutto in fretta” ha detto annunciando anche un graduale allentamento del ricorso al green pass: “Metteremo gradualmente fine all’obbligo di utilizzo del certificato verde rafforzato, a partire dalle attività all’aperto, tra cui fiere, sport, feste e spettacoli. Continueremo a monitorare con attenzione la situazione pandemica, pronti a intervenire in caso di recrudescenze”.
Stop anche a mascherine obbligatorie non solo all’aperto ma anche a scuola: “(Da aprile, ndr) le scuole resteranno sempre aperte per tutti: saranno infatti eliminate le quarantene da contatto. Cesserà ovunque l’obbligo delle mascherine all’aperto, e quello delle mascherine FFP2 in classe”