Abbandonato da decenni, con alla spalle una storia che ruota intorno alle miniere di lignite. Castelnuovo in Avane, conosciuto anche come Castelnuovo dei Sabbioni, è il borgo scelto dalla Regione Toscana – tra i 44 proposti – per la sua riqualificazione grazie ai 20milioni di euro dai fondi del Pnrr (Piano nazionale di Ripresa e resilienza). L’annuncio lo ha dato il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, anticipando quello che sarà il percorso di rinascita e che porterà alla realizzazione del progetto insieme al Comune di Cavriglia da presentare poi al Ministero per la Cultura entro il 15 marzo.
La storia
Il borgo ha origini medievali e negli anni della prima guerra mondiale ha accolto i lavoratori della miniera che serviva ad alimentare la vicina centrale termoelettrica di Santa Barbara. Un posto bellissimo, affacciato sul lago di Cavriglia, tra il Valdarno e il Chianti. Una zona di passaggio, di confine, che fino agli anni ’60 ha accolto fino a 500 persone, ma poi viene abbandonato. Prima l’eccidio nazifascista del 1944 che costò la vita a 74 persone, poi la dismissione della miniera da parte di Enel negli anni ’90 che ha ceduto i terreni, prima espropriati, al Comune di Cavriglia. Il suo fascino però resta, qualcuno ci ha vissuto sporadicamente per qualche tempo, addesso invece è completamente disabitato. C’è anche un museo, Mine, aperto nel 2000 dalla Regione e che racconta proprio la storia della miniera e di questo borgo.
Qui, negli anni ’90, viene anche girato il film di Alessandro Benvenuti, “Ivo il Tardivo”. Il borgo famtasma un po’ rinasce, ma poi resta lì, sopito sulla roccia finché al Comune di Cavriglia non si apre la possibilità dei fondi del Pnrr. E oggi vincono: è Castelnuovo in Avane che si aggiudica i 20 milioni di euro per mettere in campo azioni e interventi finalizzati alla riqualificazione e al ripopolamento. Il recupero si inserisce in una strategia territoriale più ampia, che prevede anche il recupero ambientale dell’ex miniera.
Il progetto di rinascita
Si parla di case da restaurare e ricostruire, ma anche un albergo diffuso e a botteghe artigiane. “Tra i quarantaquattro borghi che hanno partecipato all’avviso – sottolinea Giani – Castelnuovo è quello che maggiormente rispondeva ai criteri individuati dal Ministero. Inoltre il fatto di avere un proprietrio unico, il Comune, semplificherà la realizzazione degli interventi necessari alla sua riqualificazione. Sarà un modo per risarcire la ferite provocate dalla guerra e dalla sfruttamento delle miniere”.
Per quanto riguarda gli altri 43 Comuni che avevano partecipato all’avviso e che non potranno contare sui 20 milioni, Giani fa sapere che “si vedrà di agire in altro modo, utilizzando un altro bando con contributi più bassi ma che potranno essere ripartiti tra più territori”.