“Per la fine di questa settimana arriverà il vaccino Novavax, ne riceveremo poco più di un milione di dosi che saranno subito distribuite a tutte le regioni e province autonome”. Lo ha detto a Firenze il commissario straordinario per l’emergenza Covid, generale Francesco Figliuolo, proprio durante la sua visita all’ospedale pediatrico Meyer. “Poi arriveranno ancora un altro paio di milioni di dosi nel mese di marzo. Per cui ci sarà possibilità anche di utilizzo di questo ulteriore vaccino”, ha aggiunto.
Prima i più fragili
Insomma, di fatto c’è il via libera alla quarta dose di vaccino per i soggetti fragili. Sappiamo che il 31 marzo scadrà lo stato di emergenza. L’iniezione extra riguarderà innanzitutto gli immunodepressi, che in Italia sono circa 3 milioni.
“Per ciò che riguarda la quarta dose di vaccino anti Covid stiamo per dare le disposizioni attuative perché con il ministero della Salute e le Regioni stiamo ben individuando le platee. Ovviamente sarà abbastanza estensiva” per le categorie fragili, e “la mia indicazione è quella che partiremo il primo marzo, quindi sicuramente continueremo a tenere l’organizzazione che c’è ora in atto” ha proseguito Figliuolo.
Lo scenario
Se l’andamento epidemiologico confermerà il trend attuale di discesa delle curve e l’avvio di una fase di diffusione endemica del virus SarsCoV2, l’ipotesi più concreta è quella di una nuova dose vaccinale in autunno solo per le fasce più a rischio della popolazione, come ad esempio gli anziani o gli operatori sanitari. Si potrebbe procedere a un richiamo mirato per particolari categorie come accade per l’influenza. È lo scenario più verosimile secondo il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, e dello stesso avviso è anche il consulente scientifico del ministro della Salute Walter Ricciardi, così come il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta.
Di fatto con la quarta dose Novavax si partirà il primo marzo, ancora in arrivo le disposizioni attuative: giusto il tempo di concludere l’individuazione delle platee assieme al ministero e alle Regioni che poi, come accadrà anche in Toscana, comunicheranno ai cittadini tempi e modi per la somministrazione.
Che si possa somministrare la quarta dose anche agli altri è un’ipotesi su cui il dibattito resta aperto. Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri si affiderà alla scienza, ma ritiene “possibile” che dopo l’estate, con l’arrivo dei primi freddi, “si possa valutare una dose di richiamo alle fasce più a rischio, come gli anziani, così come per l’influenza”.
Novavax, perché è “diverso”
E se la Fondazione Gimbe sostiene invece che “non ci sono a oggi evidenze scientifiche” a favore della quarta dose per tutti, il consigliere del ministero Walter Ricciardi argomenta invece che “le farmaceutiche stanno sperimentando vaccini che coprono da tutte le varianti. Finché non arriveranno, bisognerà allargare per gradi la platea della quarta dose: prima i grandi anziani, poi gli operatori sanitari”.
Il vaccino statunitense Novavax, approvato da Ema e Aifa a fine dicembre, ha due caratteristiche significative: è più facile da gestire (perché si conserva a normali temperature di frigo) e non si basa sull’mRna ma sulle proteine ricombinanti. Una tecnologia che si usa da almeno trent’anni e che quindi potrebbe ridurre i timori di chi tra i no-vax sospetta dei farmaci più recenti. L’obiettivo è allargare ancora di più la percentuale di italiani immunizzati, che al momento, riporta ancora Figliuolo, è all’89% per il ciclo completo e al 94% tra prima dose e guariti.