Compiono sessant’anni (1962-2022) le Collezioni Egittologiche dell’Università di Pisa, uno dei gioielli del Sistema museale d’Ateneo (Sma), ancora poco conosciuto dal grande pubblico seppur molto amato da studiosi e appassionati di archeologia e storia dell’antico Egitto, che qui possono ammirare reperti di raro valore scientifico.
Un compleanno importante, che l’Ateneo ha festeggiato con un incontro nell’Aula Magna Nuova del Palazzo della Sapienza, durante il quale sono stati presentati il nuovo allestimento del museo e la mostra “Dall’Egitto a Pisa: Gaetano Rosellini e le sue collezioni”, caratterizzata dalla presenza di tre preziosi reperti dalla raccolta dell’Opera della Primaziale Pisana, a suggello di una importante collaborazione tra le due istituzioni.
Capolavori a confronto
Ideata a un anno dalla scomparsa di Edda Bresciani, egittologa di fama mondiale, alla quale le collezioni sono intitolate, la mostra offre l’occasione di ammirare una scelta dei piccoli, grandi capolavori donati all’Opera della Primaziale Pisana da Gaetano Rosellini nel 1830, al rientro dalla celebre “Spedizione Franco-Toscana in Egitto e in Nubia” (1828-1829), guidata dal nipote Ippolito Rosellini insieme a J.F. Champollion, e alla quale Gaetano aveva partecipato in qualità di ingegnere e architetto. L’accostamento inedito tra questi reperti e quelli della Collezione Picozzi, donazione fatta all’Università di Pisa nel 1962 dagli eredi di Gaetano Rosellini, ed esposta alle Collezioni Egittologiche, permette dunque di riavvicinare parti di un patrimonio storico a lungo separate.
Nuovo allestimento
Grazie ai lavori che hanno interessato le sale del piccolo museo, inoltre, nuovi colori, una nuova illuminazione e nuove soluzioni espositive sottolineeranno al meglio la presenza dei tre reperti provenienti dalla raccolta dell’Opera della Primaziale Pisana. Il colore guida del nuovo allestimento è il “carta da zucchero”, varietà di azzurro che richiama alcune delle tonalità presenti negli affreschi del Palazzo Mazzarosa, attuale sede delle Collezioni.
“Basta una visita per capire come le Collezioni Egittologiche ‘Edda Bresciani’ siano una delle importanti risorse scientifiche e culturali del nostro territorio e per questo da valorizzare anche dal punto di vista turistico” ha commentato il Rettore dell’Università, Paolo Mancarella. “Si tratta di una delle tante piccole eccellenze nascoste della nostra città che ci ricorda, peraltro, il primato del nostro Ateneo e di Pisa nel campo dell’egittologia. Non bisogna dimenticare, infatti, che noi abbiamo ospitato il primo corso in Italia di questa disciplina, a partire dall’autunno 1825, e che a tenerlo fu proprio Ippolito Rosellini, padre dell’egittologia italiana. Molti dei reperti oggi custoditi a Palazzo Mazzarosa sono dovuti alla generosità dei discendenti di Gaetano Rosellini”.
“Dopo un breve periodo di chiusura le Collezioni Egittologiche riaprono ora con un allestimento completamente rinnovato, pensato per valorizzare al meglio gli importantissimi reperti qui custoditi” ha commentato Chiara Bodei, presidente del Sistema Museale di Ateneo. “Si tratta di un riallestimento che rientra in una più ampia opera di sistemazione delle realtà che compongono il nostro Sistema Museale”.
Un legame antico
Se il legame tra collezioni egittologiche e università è particolarmente stretto a Pisa, è per una tradizione che risale a Ippolito Rosellini e che in anni più recenti ha annoverato nomi come Sergio Donadoni e Edda Bresciani. “Sarà naturalmente essenziale, qui come in altri ambiti, sottolineare efficacemente il nesso tra musei di Ateneo e viva attività di ricerca” ricorda Salvatore Settis, accademico dei Lincei e professore emerito della Scuola Normale Superiore, a capo del gruppo di studiosi che lavorano alla nuova sistemazione delle antichità del Camposanto Monumentale di Pisa.
Le Collezioni Egittologiche si trovano al primo piano del Palazzo Mazzarosa in via San Frediano 12, a due passi da piazza dei Cavalieri. Info su www.egitto.sma.unipi.it.